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La memoria del verduraio

(di Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) E’ obbligatorio avere buona memoria, sempre, non solo per esercitare una ragione postuma ma anche per rendere merito a coloro cui i fatti danno ragione col passare del tempo.

Redazione

(di Paolo Marcacci - ForzaRoma.info) E' obbligatorio avere buona memoria, sempre, non solo per esercitare una ragione postuma ma anche per rendere merito a coloro cui i fatti danno ragione col passare del tempo.

Più che una lezione di saggezza, che ovviamente non avrei né la capacità né l'intenzione di dare a chicchessia, questa è una riflessione che nasce dall'osservazione di certi particolari di Roma-Cagliari e dal ricordo di una delle prime conferenze-stampa della stagione di Claudio Ranieri, quando i risultati erano disastrosi e le polemiche toccavano il loro apice.

Tra le tante cose che venivano imputate al mister e al suo staff, c'era secondo molti osservatori una condizione atletica disastrosa; ad un'analisi sommaria, la squadra appariva ferma sulle gambe, priva di fondo atletico, sempre spenta nei secondi tempi.

Poi s'è presto capito che non tanto e non solo di gambe si trattava, quanto di una emotività di gruppo destabilizzata da vari fattori, non ultimo la stentata partenza in campionato. Ma non è questo che oggi ci interessa rivangare, oggi ci interessa dare conto di una cosa che Ranieri aveva detto e che una volta tanto ha senso ricordare, verificare, sottoscrivere; anche se qualche mese fa si era completamente scettici.

Dunque, in una delle conferenze più controverse e discusse dell'inizio di stagione, quando al mister si chiedeva conto della tenuta atletica della squadra, Ranieri disse che a settembre la preparazione la sanno far tutti, pure il suo verduraio; ciò che fa la differenza è saperla fare a febbraio, quando la stagione è nel suo punto nevralgico.

Ora, a ripensare a quelle parole, dettata anche dalla stizza, non si può che dare atto a Ranieri che la Roma per correre, corre; non sarà bella in quanto a manovra corale, ma il motore gira, il serbatoio è pieno e le marce sempre più elastiche. E anche quello che Ranieri ha precisato sabato sera dopo la partita ai microfoni di "Rai Sport" a questo punto va preso in considerazione, cioè il voler tutelare un certo tipo di giocatori con caratteristiche da scattista (Menez, Vucinic) da rischi di "fusione" prima della fine della stagione.

Tutelarli con un utilizzo strategico, ponderato di occasione in occasione, centellinato se occorre.

Sabato hanno rivoltato la partita come un calzino, con Totti primo beneficiario del loro ingresso. Insomma, al di là di tutte le considerazione estetiche su una Roma che al momento non gratifica l'occhio di chi guarda, dobbiamo al momento riconoscere che il paragone col verduraio si è rivelato profetico: un modo come un altro per dire che oggi i fatti stanno dando ragione a Ranieri, per ciò che riguarda forza e risultati. In attesa di ciò che è di là da venire. Fermo restando che il nobile mestiere del verduraio è molto più utile all'umanità di quanto non siano quello dell'allenatore e, men che mai, di noi giornalisti.