(di Paolo Marcacci - ForzaRoma.info) Tre punti, anche pesanti visto il potenziale rilancio in classifica, e si torna a sperare, cominciando dall'Ucraina.
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Il buon senso del senno di prima
(di Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Tre punti, anche pesanti visto il potenziale rilancio in classifica, e si torna a sperare, cominciando dall’Ucraina.
Su questo c'è unanimità, ci mancherebbe altro: la maglia della Roma deve arrivare il più in alto possibile. La maglia, specifichiamo.
Sulla squadra invece è ancora lecito fare altre considerazioni, di vario tipo: quelle che in questo momento impazzano nel dibattito tra romanisti; guardare avanti, dimenticando quello che è stato, o far pesare ancora alla squadra e a certi "protagonisti" in particolare i loro comportamenti deleteri e le troppe battute a vuoto, anche comportamentali, di questa stagione così ondivaga?
Donetsk è non soltanto un bivio stagionale, ma anche societario, al di là della contemporaneità con gli ultimi step della trattativa in esclusiva con Di Benedetto e soci (capiremo finalmente anche quali?): proseguire in Champions sarebbe il nostro ponte tibetano verso la restituzione di un senso al prosieguo della stagione; perché tibetano? Perché traballante, pericoloso ed instabile, visto il modo in cui hanno compromesso il risultato all'andata. Poi significherebbe anche benefits economici e ritorni d'immagine in vista del definitivo salto di qualità a stelle e strisce, sperando di capire in che maniera si concretizzerà.
Però, il senno di prima, cosiddetto, non può essere rimosso: forse accantonato, ma non rimosso, il che equivale a dire che ciò che da questo momento in poi faranno di positivo i giocatori della Roma (sperando che lo facciano) verrà apprezzato e magari anche enfatizzato, com'è nel nostro costume e nella nostra natura, ma la cicatrice di ciò che è accaduto prima stavolta resterà, abbastanza visibile al di là degli auspicabili risultati che si possono ancora raggiungere.
Che poi a pensarci bene un terzo posto (diciamo per dire) o una Coppa Italia servirebbero più ad acuire la delusione per ciò che poteva essere e non è stato, che a lenire il malumore. Potremmo quindi dire che la Roma quest'anno è riuscita a fare qualcosa di epocale, un inedtito a livello storico: far scattare nella tifoseria, almeno in una parte di essa, un qualcosa che forse non sapeva di avere: la capacità di mettere i puntini sulle i, di non farle passare tutte liscie a chi è stato sempre iper-coccolato e idolatrato anche oltre i propri meriti; la capacità di esercitare il senno di prima, insomma: quella cosa che ci fa guardare avanti e pensare al futuro, però leggendo gli avvenimenti anche alla luce di ciò che è già accaduto e che non va mai scordato, nel bene e nel male.
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