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Comunque in buone mani

(Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Non lasciatevi ingannare dal titolo, qua non si profetizza nulla sul futuro societario; non al momento almeno.

Redazione

(Paolo Marcacci – ForzaRoma.info) Non lasciatevi ingannare dal titolo, qua non si profetizza nulla sul futuro societario; non al momento almeno.

Il riferimento è allo stramaledetto presente, fiore per l'ennesima volta non colto, treno  perso per incuria, lasciato andare quando aveva il portellone spalancato, come spesso accade. A noi.

Però è un riferimento positivo, ammesso che questo attributo sia utilizzabile dopo Roma-Brescia, uno a uno; che se non sei riuscito a fare il due devi mangiarti le mani, è vero; però è altrettanto vero che in altre mani si è infranta ogni speranza bresciana di fare l'uno a due. Allora parliamo di Julio Sergio, titolare della Roma, che sarà un'ovvietà per voi e per me; ma dobbiamo rammentare che fino a pochi giorni orsono, quando a Doni era toccato di nuovo vestire i panni del titolare, qualche opinionista imbrattacarte e parolaio radiofonico aveva preteso di convincerci che senza Julio Sergio sarebbe andata meglio, che si sarebbero presi meno goal e altre risibili amenità del genere.

 

Nella gara di ieri sera ha prima intercettato, con adamantina scelta di tempo, un missile di Eder diretto all'angolino e poi con la punta dei guanti deviato il tiro di Lanzafame liberatosi al limite dell'area quel tanto che è bastato perché la sfera finisse sulla traversa.

C'è mancato un millimetro e il geriatrico Brescia di Iachini avrebbe portato via l'intera posta. Il fatto, troppo poco sottolineato, è che in quel millimetro che spesso fa la differenza "abitano" le parate di Julio Sergio, che da quando ha avuto la chance di una maglia "vera" e non una virtuale da miglior terzo portiere del mondo (quanto ci piacerebbe farci spiegare da chi di dovere il perché di quell'espressione!) ha sempre fornito prestazioni di livello e spesso contrassegnato i risultati con i suoi interventi.Non è per mitigare la delusione di ieri, che chiaramente non passa; è per rendere merito a chi sempre merita, al di là dei risultati che non sempre ci piacciono.