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Champions, l’Avversario: il Bayer Leverkusen di Schmidt e Voeller

E' una società che valorizza i propri giocatori per poi rivenderli a peso d'oro

Redazione

La prima cosa che salta in mente a tutti gli addetti ai lavori quando si parla del Bayer Leverkusen, è un albo d'oro scarno. Nel palmares di questa squadra, infatti, ci sono solo una Coppa di Germania conquistata nel 1993, e una Coppa Uefa vinta nel 1988. L'unica volta in cui la squadra tedesca è stata veramente forte, è accaduto nel 2002, ma, incredibilmente è arrivata seconda in campionato, in Coppa di Germaina, e in Champions League, (2-1 in finale contro il Real Madrid n.d.r.). La squadra teutonica, che porta il nome dell'azienda farmaceutica della sua città, e che la sponsorizza, è una società che valorizza i propri giocatori per poi rivenderli a peso d'oro. L'ultima cessione onerosa, infatti, è stata quella del sud coreano Heung Son, il cui passaggio al Tottenham ha fruttato ben trenta milioni di euro.

Per la Roma non sarà una gara facile, non solo perché i giallorossi si sono complicati la vita perdendo malamente contro il Bate Borisov, ma perché il Bayer Leverkusen è una squadra che vince sempre quando gioca tra le mura amiche. La rosa è ben assortita, a cominciare dal portiere Leno, che alterna grandi prestazioni, ad incredibili papere. In difesa c'è un ex romanista, quel Tin Jedvaj che a Roma è stato una meteora, ma che a Leverkusen sta giocando bene, anche se spesso si accomoda in panchina. Nel 4-2-3-1 di Schmidt, infatti, i titolari della difesa sono, salvo imprevisti, o scelte tecniche, i centrali Tah, e Papadopulos, il laterale sinistro Wendel, e quello destro Hillbert. Quest'ultimo ha soffiato il posto all'italiano Giulio Donati, un difensore destro che, ultimamente si è un po' perso per strada. La stella del centrocampo è senza dubbio Chalanoglou, la cui specialità sono le punizioni. Il giocatore turco, ma nato in Germania, gioca nel ruolo di trequartista, ma dato che non è in buone condizioni fisiche potrebbe partire dalla panchina a favore di Toprak.

Il ruolo di centrocampisti centrali viene occupato da Kramer e Bender, che attualmente sta gioca al posto del cileno Aranguiz, che si è rotto il tendine d'achille in allenamento. Il centravanti è Kiessling, una punta discreta, ma gli attaccanti più pericolosi sono il tedesco di origine marocchina Bellarabi, ottimo esterno di attacco, ma sopratutto il Chicharito Hernandez. La punta messicana, infatti, è stata ingaggiata dal club dopo essersi qualificato per i gironi di Champions League ad agosto a scapito della Lazio. Come abbiamo scritto qualche riga sopra, la squadra è allenata da Roger Schmidt, che nella vita è stato un centrocampista che non è riuscito a sfondare nel grande calcio, ma che si sta prendendo una grande rivincita da allenatore. Il direttore generale, invece, è sempre Rudi Voeller, che torna nuovamente nella città che lo ha amato tantissimo, e che lo vorrebbe nei quadri societari giallorossi. Tale ipotesi, però, è destinata ad essere solo un sogno.

PRECEDENTI IN CHAMPIONS LEAGUE

Non è la prima volta che Roma e Bayer Leverkusen si sono già incontrate in Champions League: è accaduto nella stagione 2004-2005, anno in cui la formazione giallorossa è stata eliminata al primo turno. Finì 3-1 per i tedeschi: la Roma era passata in vantaggio grazie ad un'autorete di Berbatov su tiro di Totti al 26'. I tedeschi pareggeranno con Roque Junior al 48', per poi passare in vantaggio con Kryznovek al 59'. La Roma pareggerà con un gol di Cufrè, ma la rete è stata annullata per un fuorigioco inesistente. Al 90' França segnerà il definitivo 3-1. Era la Roma che nel corso dell'anno cambiò ben cinque allenatori, ma quella sera i giallorossi avevano giocato bene. Nel match di ritorno, invece, i giallorossi conquistarono l'unico punto di quell'infausta Champions League in cui terminarono ultimi. Finì 1-1 con reti di Berbatov all'82', e pareggio di Montella al '90. Quella gara si giocò a porte chiuse, a causa del lancio della monetina che colpì alla fronte l'arbitro Frisk nel match di esordio contro la Dynamo Kiev alla fine del primo tempo, (0-1, poi 0-3 a tavolino).

Alberto Balestri