Chiamiamolo pure effetto derby. Entra Lorenzo Pellegrini, il capitano ritrovato che ha battuto la Lazio, e la Roma cambia marcia. Stavolta però devono pensarci i difensori: Ndicka e Mancini decidono l'ouverture di Europa League, anche per i centravanti - prima Dovbyk e poi Ferguson - proprio non convincono. La strada è lunga e questa non è ancora la Roma di Gasperini. Che voleva risposte individuali per allargare la rosa, ottenendo verdetti non definitivi. Lo scrive Alex Frosio su La Gazzetta dello Sport. Il primo tempo sembra la prosecuzione del finale del derby. Poco, anzi nulla davanti. Le squadre di Gasperini amano l'aggiramento con le combinazioni sui lati ma a un certo punto arriva l'invasione dell'area. Ecco: la Roma non ci arriva. Soulé ed El Shaarawy preferiscono restare al confine dell'area di rigore, i mediani non hanno esattamente una propensione innata né tempi per l'inserimento. L'ingresso di Pellegrini a inizio ripresa, per El Shaarawy, unito alle intuibili istruzioni della casa ribadite da Gasp rivela una Roma diversa. Il 7 attacca subito l'area e poco dopo da angolo disegna per la testa di Ndicka. In tre minuti è già raddoppio con un'azione da Dea: ecco l'aggressione a tutto campo che alza un moro a centrocampo. Rigore generoso per fallo di Pisilli, la spavalderia romanista evapora ma Svilar non corre rischi. Gasp, come gli è sempre successo in Europa League, vince all'esordio - 5 su 5 -, ora tutti a Trigoria per altre lezioni di gasperinismo.
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forzaroma rassegna stampa la gazzetta dello sport Roma sì! Colpo a Nizza. Ndicka più Mancini, è festa anche in Europa
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