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La Gazzetta dello Sport

Roma, la carica dei 65.000

Roma, la carica dei 65.000 - immagine 1
Con la sfida di questa sera sono 14 le partite consecutive in cui la squadra giallorossa sarà spinta da un Olimpico tutto esaurito

Redazione

C'è stato un tempo, neppure poi così lontano, in cui l'Olimpico trasmetteva un diffuso senso di malinconia. Qualunque fosse l'avversario di giornata, scrive La Gazzetta Sportiva, solo la Curva Sud ricordava i fasti dei bei giorni, quello dello stadio “dodicesimo uomo”. Presenze modeste, persino un po' freddine. Come dire in perfetta controtendenza della passione bollente che radio, siti e social giallorossi riversavano tutti i giorni nelle strade di Roma. Poi il cuore è tornato a battere. Cè stato bisogno di un nuvo innamoramento, ci ha pensato José Mourinho, e poi la macchina del tempo sembra essere rinata in funzione, riportando lo stadio ai fasti precedenti. E non solo per eventi, come in effetti potrebbe essere la sfida alla capolista Napoli, ma in ogni partita contro qualsiasi avversario.

Con la sfida di questa sera sono 14 le partite consecutive in cui la squadra giallorossa sarà spinta da un Olimpico tutto esaurito. Una serie fantastica, iniziata peraltro contro la Salernitana, nella scorsa stagione, il che fa capire che non è l'avversario che spinge al sostegno, ma il puro e semplice sentimento che questa Roma di gladiatori, costruita a immagine e somiglianza del suo leader Mourinho, riesce ad ispirare. Non farà il calcio spumante che adesso sembra essere prerogativa del Napoli, ma se stasera i giallorossi battessero gli azzurri il tetto del campionato sarebbe solo a un passo. Certo, per chi ha ancora una visione idilliaca del calcio come festa di popolo, dispiace non poter vedere sugli spalti il colore e l'entusiasmo che il tifo partenopeo da sempre riesce ad esprimere. Assistere all'incoraggiamento dei quasi quattromila tifosi del Betis Siviglia e di quelli dello stesso Lecce, tanto per fare gli esempi più recenti per gli incontri casalinghi, è senz'altro un privilegio, ma una parte minoritaria dei sostenitori di Roma e Napoli non sono ancora pronti a far rientrare una partita nell'ambito della festa. Non si può correre il rischio di ripetere quello che non derrà mai piu succedere: la morte per stadio.

E allora, per chi avesse solo il giallorosso nel cuore, meglio concentrarsi sui benefici effetti psicologici che l'ennesimo tutto esaurito potrà regalare alla squadra. Abbastanza, forse, anche per superare le insidie di un terreno di gioco che finora ha fatto lamentare - oltre a Mou e Sarri - anche qualche collega di squadre avversarie. Occhio, infatti, perché anche il Napoli ha giocatori tecnici, che preferirebbero giocare sul classico “tappeto da biliardo”. Ormai è solo questione di tempo, visto che nella pausa del Mondiale il campo sarà rifatto, tornando a essere anch'esso proprio come tutto lo stadio al livello dei giorni più belli.