Come si dice corto muso in portoghese? Non si arrabbi José Mourinho, non siamo tra coloro che sviliscono il valore di una vittoria solo perché si poteva giocare meglio (e questo è sicuro) o perché si sarebbe dovuto chiudere la partita (e anche l’allenatore sarà d’accordo), scrive Gian Battista Olivero su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
Roma di rigore, Mou quarto
In una stagione complicata e compressa come questa, il risultato conta ben più del modo in cui viene ottenuto: per il bel calcio ci sarà tempo, forse, ma adesso le priorità sono altre. Il successo della Roma a Marassi contro una Sampdoria impresentabile è importante per la classifica e anche perché è un’altra tacca sul cinturone di una squadra che sta crescendo in fiducia e convinzione infilando una vittoria dietro l’altra. La Roma adesso è quarta e domenica ospita il Napoli con l’ambizione di giocarsi la grande sfida con le sue armi: la solidità, la compattezza, la capacità di individuare il momento in cui colpire e, nel caso, di farselo bastare.
Si sa che Mourinho preferisce la concretezza allo spettacolo. Ma in questo momento sarebbe folle cambiare copione: la difesa della Roma, guidata da uno straordinario Smalling, concede pochissimo, mentre in avanti l’assenza di Dybala è un problema difficilmente risolvibile che si somma al periodo poco felice di Abraham e alla discontinuità di Zaniolo. Insomma, la Roma ha l’enorme pregio di fare ciò che serve per ottenere le vittorie. Non è affatto un particolare secondario e il quarto posto in classifica dopo dieci giornate rappresenta un’indicazione chiara: i giallorossi sono pienamente iscritti alla corsa per la Champions.
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