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La Gazzetta dello Sport

Roma, adesso si fa dura

Roma, adesso si fa dura - immagine 1
Rigore di Dybala e pari spagnolo. Nella ripresa i giallorossi hanno un paio di occasioni ma all’88’arriva la rete del Betis su incertezza di Spinazzola

Redazione

Finisce male proprio quando nessuno se l’aspettava, scrive Gina Battista Olivero su La Gazzetta dello Sport. La Roma perde con il Betis, dà virtualmente l’addio al primo posto nel girone e per meritarsi la seconda fase di Europa League non potrà più commettere errori. Il Betis, quarto nella Liga, mostra per mezz’ora un’evidente superiorità, ma poi cala e vince quasi senza accorgersene per una disattenzione di Spinazzola: il pareggio avrebbe lasciato qualche rimpianto ai giallorossi per le occasioni create, la sconfitta fa male anche perché la gara si era sviluppata proprio come piace a Mourinho e sono stati fatali alcuni errori che solitamente le squadre di Josè non commettono.

La Roma, in gol un po’ a sorpresa al 34’ del primo tempo, avrebbe dovuto fare di tutto per arrivare al riposo in vantaggio e invece ha concesso agli avversari il pareggio immediato. E poi, a due minuti dal 90’, si è fatta trovare sbilanciata e impreparata consentendo agli spagnoli di blindare il primato nel girone. Nel complesso il Betis è apparso superiore sotto tanti aspetti: qualità di palleggio, costruzione di gioco, soluzioni offensive. Però resta la sensazione che una Roma più attenta avrebbe potuto almeno pareggiare e perfino vincere, visto che dopo l’1-1 ha avuto tre grandi occasioni per tornare in vantaggio.

La coppia di centrocampo Cristante-Matic è sempre troppo compassata e inadatta a una gara in cui andrebbe messa molta più pressione sulla propria trequarti per impedire al fraseggio spagnolo di trovare sbocchi. L’insistenza dei lanci lunghi testimonia la difficoltà generale, ma Abraham è ancora lontano da una condizione accettabile e così la palla torna quasi sempre indietro. Dybala al 34’ trasforma il rigore con serenità. È il primo tiro nello specchio della Roma, mentre il Betis ha già preso un palo con Fekir (sostituito per infortunio al 22’, così come Celik era uscito già al 5’) e stuzzicato più volte Rui Patricio con Canales. Chiudere il primo tempo in vantaggio sarebbe forse determinante dal punto di vista tattico e psicologico, ma la Roma non capisce l’importanza del momento, continua a difendere bassa e senza pressione e così l’ottimo Rodriguez pareggia quasi subito con un bel tiro dal limite. Grave e inusuale la libertà che viene concessa agli spagnoli appena fuori area.

La sberla, però, sortisce qualche effetto positivo e da quel momento la Roma cambia atteggiamento. Prima dell’intervallo Zaniolo prende una traversa da pochi passi su cross di Zalewski e poi Dybala calcia divinamente al volo da fuori costringendo Bravo a dimostrarsi all’altezza del suo cognome. E a inizio ripresa il portiere meriterebbe l’upgrade al superlativo assoluto perché la parata su Cristante, dopo una torre di Smalling, è fenomenale. La Roma copre il campo con maggiore ordine, non si fa più ipnotizzare come nella prima mezz’ora e non concede tiri agli spagnoli. Poi Rodri crossa, Spinazzola valuta male la traiettoria e la testata di Luiz Henrique scavalca Rui Patricio. Adesso l’Europa della Roma è una salita molto ripida.