Finisce male proprio quando nessuno se l’aspettava, scrive Gina Battista Olivero su La Gazzetta dello Sport. La Roma perde con il Betis, dà virtualmente l’addio al primo posto nel girone e per meritarsi la seconda fase di Europa League non potrà più commettere errori. Il Betis, quarto nella Liga, mostra per mezz’ora un’evidente superiorità, ma poi cala e vince quasi senza accorgersene per una disattenzione di Spinazzola: il pareggio avrebbe lasciato qualche rimpianto ai giallorossi per le occasioni create, la sconfitta fa male anche perché la gara si era sviluppata proprio come piace a Mourinho e sono stati fatali alcuni errori che solitamente le squadre di Josè non commettono.
La Gazzetta dello Sport
Roma, adesso si fa dura
La Roma, in gol un po’ a sorpresa al 34’ del primo tempo, avrebbe dovuto fare di tutto per arrivare al riposo in vantaggio e invece ha concesso agli avversari il pareggio immediato. E poi, a due minuti dal 90’, si è fatta trovare sbilanciata e impreparata consentendo agli spagnoli di blindare il primato nel girone. Nel complesso il Betis è apparso superiore sotto tanti aspetti: qualità di palleggio, costruzione di gioco, soluzioni offensive. Però resta la sensazione che una Roma più attenta avrebbe potuto almeno pareggiare e perfino vincere, visto che dopo l’1-1 ha avuto tre grandi occasioni per tornare in vantaggio.
La coppia di centrocampo Cristante-Matic è sempre troppo compassata e inadatta a una gara in cui andrebbe messa molta più pressione sulla propria trequarti per impedire al fraseggio spagnolo di trovare sbocchi. L’insistenza dei lanci lunghi testimonia la difficoltà generale, ma Abraham è ancora lontano da una condizione accettabile e così la palla torna quasi sempre indietro. Dybala al 34’ trasforma il rigore con serenità. È il primo tiro nello specchio della Roma, mentre il Betis ha già preso un palo con Fekir (sostituito per infortunio al 22’, così come Celik era uscito già al 5’) e stuzzicato più volte Rui Patricio con Canales. Chiudere il primo tempo in vantaggio sarebbe forse determinante dal punto di vista tattico e psicologico, ma la Roma non capisce l’importanza del momento, continua a difendere bassa e senza pressione e così l’ottimo Rodriguez pareggia quasi subito con un bel tiro dal limite. Grave e inusuale la libertà che viene concessa agli spagnoli appena fuori area.
La sberla, però, sortisce qualche effetto positivo e da quel momento la Roma cambia atteggiamento. Prima dell’intervallo Zaniolo prende una traversa da pochi passi su cross di Zalewski e poi Dybala calcia divinamente al volo da fuori costringendo Bravo a dimostrarsi all’altezza del suo cognome. E a inizio ripresa il portiere meriterebbe l’upgrade al superlativo assoluto perché la parata su Cristante, dopo una torre di Smalling, è fenomenale. La Roma copre il campo con maggiore ordine, non si fa più ipnotizzare come nella prima mezz’ora e non concede tiri agli spagnoli. Poi Rodri crossa, Spinazzola valuta male la traiettoria e la testata di Luiz Henrique scavalca Rui Patricio. Adesso l’Europa della Roma è una salita molto ripida.
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