Patrik Schick a 22 anni è tornato al centro dell’universogiallorosso anche sventolando il bello come biglietto da visita. La sua prima rete all’Entella è stata in qualche modo un pizzico storica. Andando in gol dopo 18 secondi contro il Kosice (27 agosto 2007) nei preliminari dell’Europa League, solo un tipetto come Francesco Totti è riuscito ad essere più veloce dell’attaccante ceco, che due giorni fa di secondi ne ha impiegati 21. Insomma, stare sul podio con un mito del calcio, in fondo, crediamo che faccia piacere ed infonda sicurezza ad un ragazzo che sembra averne bisogno. Non solo. Il fatto della rapidità sembra essere un marchio di fabbrica della squadra di Di Francesco, che in questa stagione – se consideriamo il primo quarto d’ora – è riuscita ad andare in gol 9 volte non subendone mai. Proprio per questo, all’Olimpico, la Roma sembra essere proprio una macchina da reti, avendone segnate ben 36 in 13 partite casalinghe: poco più di una ogni mezz’ora.
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La Roma si fa Schick. Testa e cuore, il bomber è tornato
Dietro alla rinascita del centravanti anche il lavoro fatto con un mental coach e un preparatore personale
L’impressione, allora, è che il 2019 sia cominciato col piede giusto per tutti, e soprattutto per Schick. Questione di testa, ma anche di respiro, verrebbe da dire. Cosa c’entra? Leggete quello che dice il preparatore personale del ragazzo, che lo segue dall’estate scorsa. "Patrik aveva un problema di respirazione specifico, ma adesso siamo riusciti a risolverlo", ha spiegato MichalBretenar(Leggi l'articolo). Non basta. Oltre al lavoro sul corpo, c’è anche quello sulla mente, per il quale Schick si è affidato a Jan Muhlfeit, uno dei più grandi esperti a livello mondiale, che ieri ha scritto su social: "Grande inizio di 2019 per Schick, la Roma e la Federazione ceca. Due gol e un assist nella partita contro l’Entella. Grandi complimenti a lui e alla squadra. Non vedo l’ora di approfondire la collaborazione con Patrik".
(M. Ceccchini)
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