Dumfries e Dimarco, l’assalto è sulle fasce. Effetto Micki su Soulé

L'adesivo “verticale” è quello più appiccicato all'Inter di Chivu. Non solo. Il tecnico vuole un'Inter il più possibile “ampia” e così capace di vincere i duelli strategici sulle fasce. ll vecchio 3-5-2 nerazzurro aveva fatto sempre piuttosto male a Gasperini, che con l'Atalanta ne aveva perse otto di fila. Se è vero che adesso all'Inter allena un altro collega rispetto all'anno scorso, con nuove idee e tutt'altra impostazione, anche la Roma di Gasp non pare la Dea di un tempo. Dumfries - scrive Filippo Conticello su 'La Gazzetta dello Sport' - stavolta punterà uno tra Tsimikas e Rensch con un mandato preciso, fare valere la superiorità fisica. Dall'altro lato, il mancino caldo di Dimarco si contrapporrà a Wesley, brasiliano partito a razzo e poi riscopertosi timidino. Al contrario, l'azzurro è tirato a lucido, nel fisico e nella testa. ll resto del piano contempla linee verticali di passaggio verso le punte, imprevedibili anche senza Thuram, pressing sui centrali romanisti e “movimentismo” di un centrocampo assai diverso da quello di Gasp. Lì Koné è il cavallo di Troia giallorosso, ma anche il desiderio di ieri (e di domani...) dei nerazzurri, ma al francesone tanto bramato ora Chivu oppone il dinamismo dei suoi. Uno dei tre di mezzo avrà, poi, speciali consegne anche in copertura: Soulé, che ha già scucito uno scudetto all'Inter, è il più temuto e Mkhitaryan sarà decisivo sia per sostenere Bastoni e Dimarco e “schermare” eventuali linee di passaggio. In tema di ampiezza infatti, anche l'argentino ha una certa esperienza.