La faccia di José Mourinho, ieri, sembrava un campo di battaglia di sensazioni. Assistere da bordo campo al 3-3 partorito dal match contro lo Yokohama Marinos, sembrava scatenare in lui stati d'animo diversi. Alla soddisfazione di veder volgere al termine una tournée giapponese poco desiderata, si agganciava quella di notare come la Roma, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport, fosse presa di fantasmi e superficialità assortite. Aver tuonato all'intervallo nello spogliatoio, almeno, ha consentito ai giallorossi di ritrovare quella che sembra essere la dote principale della squadra, il carattere che uccorre per recuperare partite che paiono ormai andate. Se a questo si aggiunge l'infortunio muscolare di Tahirovic si capisce come il bicchiere, tecnicamente parlando, appaia mezzo vuoto piuttosto che mezzo pieno.
La Gazzetta dello Sport
Abraham scarico, cura Roma per scuoterlo
Ma è tutta colpa dei rincalzi oppure della scarsa volontà di chi è sceso in campo? Sui sociali i tifosi si dividono, ma adesso che la squadra ha lasciato le terre del Sol Levante tutto sembra sfumare. Una cosa è certa: questa squadra deve ritrovare l'attacco, anche se i lampi di Nicolò Zaniolo, del baby Cristian Volpato e persino del (parzialmente) ritrovato Shomurodov lasciano coriandoli di ottimismo.
Inutile dire che, al netto della malinconica prova dello sfortunato Svilar, fra i più negativi in vetrina è andato Tammy Abraham. Se è vero che gli attaccanti vivono di emozioni e di certezze friabili, la doppia amichevole giapponese è stata un'altra tappa del suo calvario autunnale. Inutile, certo, ma quanto basta per non far soffrire affatto di nostalgia gli appassionati di calcio inglese, che lo hanno visto evaporare in poche settimane dalla lista dei convocati per il Mondiale. Onestamente, già appena sbarcato l'attaccante aveva detto di non avere molta voglia di giocare, perché il suo obiettivo era quello di farsi trovare pronto per la ripresa del campionato a gennaio. Ciò non toglie che ritrovare il sapore del gol avrebbe fatto bene innanzitutto allo stesso Abraham, oltre che a restituire fiducia agli stessi tifosi giallorossi.
Nel piattume del primo tempo, logico che l'ingresso nella ripresa di Zaniolo, Volpato e Shomurodov abbia rappresentato una scossa nell'encefalogramma piatto della squadra. Al di là dei gol, su cui la difesa giapponese ha concorsi di colpa almeno pari a quelli della Roma nel primo tempo, almeno si sono viste iniziative potenzialmente pericolose. Certo, sia l’azzurro che l'uzbeko hanno sbagliato occasioni, ma hanno riempito quel vuoto che Abraham, involontariamente, aveva creato. Dice Shomurodov: «Posso segnarc di più, ma non solo io. Abbiamo tanteoccasioni per segnare, dobbiamo lavorare di più. Per noi è più facile quando ci sono più spazi». Morale: il fatto che la Roma abbia solo il 10° attacco del campionato non è solo frutto del caso. Se si eccettua Dybala, che ha siglato già 5 reti, tutti gli altri sono sotto il minimo sindacale delle speranze, visto che Abraham è fermo a 3 gol, Zaniolo ed El Shaarawy 1, infine Belotti e Shomurodov a zero.
A questo punto, se Mourinho e la Roma non riuscissero a ricaricarlo, a fine stagione un addio dell'inglese potrebbe essere possibile. Anche se pare difficile che il Chelsea, che ha una clausola di riacquisto da 80 milioni, li voglia spendere, ma il centravanti in Premier continua ad avere mercato. Ma vedere una storia d'amore come quella con la Roma naufragare tra gli errori, ammetiamolo, sarebbe triste.
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