La Roma torna sconfitta da Napoli, ma che peccato, scrive Tiziano Carmellini su Il Tempo. Al Maradona la squadra di Mourinho va sotto, sbanda, poi ritrova lucidità, si rimette in carreggiata e riesce a tornare in partita. Gioca comunque una grande gara al di là del risultato finale. Meritatissimo il gol del pareggio nella ripresa che fa prendere consistenza a un sogno poi infranto a pochi minuti dal triplice fischio di Orsato.
Il Tempo
Il cuore non basta
Apre Osimhen con un gol da fantascienza dopo che per un quarto d'ora la Roma era stata ordinata, compatta, senza sbagliare nulla: quasi in controllo, sembrava in grado di giocarsela alla pari a casa della capolista. Un campo sul quale devi fare la partita perfetta se non vuoi uscirne a pezzi.
Mourinho ci è andato davvero vicino, perché la sua Roma ha dato una grande dimostrazione di compattezza, ha dimostrato di essere squadra nonostante assenze pesanti e con più di un problema da risolvere in casa: perché è chiaro che il nodo Zaniolo è questione che bisognerà risolvere nelle prossime 48 ore. La squadra era riuscita ad avere il livello di attenzione giusto, aveva capito che tipo di partita doveva giocare.
II tecnico portoghese fa tutto bene, azzecca gli uomini, riesce a tenere a bada i rivali, fa i cambi giusti riuscendo a riaprire una partita che sembrava chiusa proprio con l'innesto di El Shaarawy che ancora una volta lo ringrazia segnando. Poi la beffa finale firmata Simeone che riporta tutti sulla terra, mette la Roma al sesto posto in classifica e manderà questa partita nella storia come una sconfitta: così è, ma c'è anche molto altro dietro.
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