La Roma è furiosa. Alla fine della partita contro l'Atalanta i giallorossi annunciano il silenzio stampa, perché quando ci sono troppe cose da dire è meglio stare zitti, scrive Gianluca Lengua su Il Messaggero. Nessuno apre bocca, dal tecnico espulso al general manager Tiago Pinto che il 3 febbraio lascerà Trigoria, passando dall'amministratore delegato Lina Souloukou, fino ad arrivare al presidente Friedkin. Ci pensa allora Pellegrini nel tunnel a fine partita, lontano dai microfoni ma vicino all'arbitro Aureliano, a palesare tutto il malcontento della Roma per la direzione di gara del fischietto di Bologna ritenuta altamente insufficiente. Gli evidenti errori di valutazione di Aureliano hanno costretto al silenzio lo Special One, unico della società a esporsi pubblicamente quando c'è da prendere una posizione. Il perché è presto spiegato: il timore di prendere altre giornate di squalifica, andare incontro a un deferimento come accaduto dopo Monza-Roma o quest'anno alla vigilia della gara contro il Sassuolo. È concepibile che il tecnico preferisca allontanarsi dai microfoni per il rischio di non poter stare accanto alla squadra nei momenti chiave della stagione (sarà assente a Milano ma mercoledì nel derby ci sarà). Meno plausibile, invece, che nessuno dalla società prenda una posizione netta su quanto accaduto all'Olimpico.
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Il Messaggero
La rabbia di Mourinho e Pellegrini: tutti in silenzio, Aureliano nel mirino
Nessuno apre bocca, dal tecnico espulso al general manager Tiago Pinto
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