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Vedendolo giocare sembra di tornare indietro nel tempo. A quel signore portoghese che con il suo accento inconfondibile coniò quella che oramai può essere considerata una sentenza: "C'è una Roma con Paulino e una senza". Perché poi, questa considerazione ha trovato seguito. In De Rossi, nella piccola parentesi di Juric fino a Ranieri che più volte ha rimarcato l'importanza dell'argentino, rifacendosi proprio alle considerazioni originarie di Mourinho, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Poi è arrivato Gasp. Che non è uno che ama particolarmente gli elogi ad personam. Quindi dimenticatevi il "c'è una Roma con Dybala e una senza" ma alla fine poco importa. Perché la stima, la considerazione, l'apprezzamento - al di là di uno "straordinario" scappatogli nel post-Sassuolo - il tecnico la dimostra con il minutaggio e con quelle quattro parole che valgono più di mille endorsement: "Sta bene, quindi gioca". Così dopo un inizio in sordina, sono 4 partite (Inter, Viktoria Plzen, Sassuolo e Parma) che Paulo non solo parte titolare ma spesso e volentieri gioca 90' e recupero. Domenica a Milano si appresta a giocare la quinta partita consecutiva partendo dal via. Una striscia del genere non accadeva da 10 mesi quando tra Roma-Parma 5-0 del 22 dicembre 2024, passando per Milan (gol), Lazio, Bologna, Genoa e Az Alkmaar (23 gennaio 2025) l'argentino trovò quella continuità che spesso è stato il suo tallone d'Achille in carriera. Ed è proprio su questo che sta lavorando Gasperini. Perché se sta bene Paulo, sta bene la Roma.
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