Sedici minuti più 5 di recupero. Tanto sono bastati a Dybala per tornare a sentirsi un calciatore. Perché, riporta Il Messaggero, al di là dei sorrisi dispensati ai media argentini, alle esultanze saltando cume un forsennato nello spogliatoio o in panchina ai gol dei compagni di squadra, uno come Paulo è vivo soltanto quando gioca. Anche se entra sul 3-0 a partita ampiamente archiviata. L'assist con un colpo sotto, poi sprecato da Mc Callister, è bastato per lanciare un segnale. Della serie: ok, c'è la divinità Messi, ma se serve in fìnale io sono pronto. Soltanto la cavalcata entusiasmante della Selecciòn, ad un passo dal suo terzo mondiale, ha evitato che si accendessero i fari sul mancato utilizzo di Dybala. Tuttavia qualche articolo - sui quotidiani Olè o sulla Naciòn, giornale generalista di riferimento a Buenos Aires è comunque apparso. La domanda che si ponevano in Argentina era la stessa che ha catalizzato l'attenzione a Roma: possibile che un calciatore della qualità di Dybala non giochi mai?
Il Messaggero
Dybala, 21 minuti mondiali per Mourinho
Un quesito al quale proprio la Naciòn nelle ultime ore ha provato a dare una spiegazione, riprendendo un'esilarante teoria elaborata da un utente di Twitter che ha iniziato a spopolare in Argentina (150mila retweet in poche ore più un articolo sul quotidiano) dopo la vittoria dell'Albiceleste ai rigori contro l'Olanda. AI fischio finale, infatti, il figlio di Scaloni, lan, è entrato in campo per festeggiare la vittoria con il padre. E ciò che più ha attirato l'attenzione è stata l’inaspettata somiglianza che il bambino ha con Paulo. Da lì è stata partorita la fantomatica teoria che l’attaccante della Roma sia il figlio di Scaloni venuto dal futuro e che abbia perlopiù il compito di guidarlo nelle scelte per non interrompere la linea temporale con conseguente eliminazione dell'Argentina. Un sorriso che si è unito a quello di Paulo finalmente impiegato in Qatar. Fino a martedì, infatti, Dybala stava rivivendo l'incubo del 2018 quando anche l'ex ct Sampaoli, lo mandò in campo soltanto nella gara che poi costò l’eliminazione ai sudamericani contro la Croazia, facendogli giocare 22 minuti. Ora ne ha 90 in più, domenica a Lusail, per provare a lasciare il segno.
Intanto i 21 minuti dell'altra sera sono valsi un sospiro di sollievo. Per lui e per chi lo sta seguendo con grande affetto e passione. Su tutti, la fidanzata Oriana Sabatini: «Paulo è una persona molto paziente, perseverante, non si arrende mai». Ma anche Del Piero, incrociato nel post-gara, non ha fatto mancare il suo affetto. L'argentino diventa così l’ultimo giocatore della Roma a prendere parte ad una finale di Coppa del Mondo. Gli ultimi furono De Rossi, Perrotta e Totti nel 2006 nel successo azzurro a Berlino. E chissa che la finale di Doha non gli regali un ruolo da protagonista in corsa. Mourinho lo aspetta. Anche a distanza continua a seguirlo e martedì sera è stato tra i primi a sentirlo (seguito anche dagli sms di diversi compagni di squadra) per congratularsi con lui. La luce lentamente si sta riaccendendo. José non vede l'ora di gustarsela.
© RIPRODUZIONE RISERVATA