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Dybala, un romanista in finale al Mondiale: 16 anni dopo Totti, De Rossi e Perrotta

Dybala, un romanista in finale al Mondiale: 16 anni dopo Totti, De Rossi e Perrotta - immagine 1
La Joya ieri, al 74' di Argentina-Croazia, ha fatto il suo esordio in Qatar entrando in campo al posto di Julian Alvarez

Redazione

Paulo Dybala vola in finale al Mondiale. Non accadeva da 16 anni che un giocatore della Roma avesse la possibilità di giocarsi l'ultima partita di un campionato del mondo. La Joya ieri, al 74' di Argentina-Croazia, ha fatto il suo esordio in Qatar entrando in campo al posto di Julian Alvarez e ha partecipato alla vittoria per 3-0 dell'Albiceleste in semifinale. Domenica alle 16 al Lusail Stadium, quindi, ci sarà anche un pezzettino di Roma. Il numero 21 molto probabilmente partirà dalla panchina, ma non è da escludere un suo impiego durante la gara. Quello che conta è che un giallorosso tornerà a partecipare con la sua nazionale alla finale di un Mondiale.

Dybala, un romanista in finale al Mondiale: 16 anni dopo Totti, De Rossi e Perrotta- immagine 2

Gli ultimi tre furono Francesco Totti, Simone Perrotta e Daniele De Rossi, che arrivarono all'ultimo atto della Coppa del Mondo in Germania del 2006. Il 9 luglio di quell'anno, all'Olympiastadion di Berlino, in occasione di Italia-Francia c'erano in campo sia Totti che Perrotta. Al 61' è entrato sul terreno di gioco anche De Rossi, al posto del numero 10. Il centrocampista giallorosso ha segnato anche il terzo dei cinque rigori calciati dagli azzurri, che poi hanno decretato la vittoria della coppa contro i transalpini. Insomma, Dybala ha una responsabilità importante. Per l'Argentina, ma anche per la Roma. Tornare nella capitale con un Mondiale non è roba da tutti, anche se ha giocato pochi minuti. Essere parte di un gruppo che vince il trofeo di calcio più ambito al mondo sarebbe una grandissima soddisfazione. Paulo avrebbe una carica da poter sfruttare per la seconda parte di stagione con i giallorossi. Mourinho lo sa, fa il tifo per lui e lo aspetta a braccia aperte.

 

Riccardo Casoli