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Tifosi, rischio beffa: rimborsi complicati agli abbonati

LaPresse

In ballo svariati milioni di euro. Con la ripresa che a maggio appare sempre più improbabile si rischia il caos

Redazione

La questione è articolata, complessa e spinosa. Certo, in uno scenario del genere, con il virus capace di mettere in ginocchio il mondo, sarebbe stato assurdo pensare a un calcio esente dalla rivoluzione. Ma più passano le ore, i giorni e le settimane e maggiori sono le crepe che si aprono. Come scrive Tuttosport, in un calcio che ancora non sa quando potrà ripartire - c’è una componente che non ha ancora alzato la mano per il semplice fatto che non ha un proprio paladino e rischia di essere trascurata se non beffata. Ed è quella dei tifosi. Tra l’altro la porzione più pura, quella degli abbonati.

Veniamo al dunque, con un “dunque” che contempla in modo sempre più convincente e probabile il fatto che il campionato non potrà riprendere con la disputa dell’oltre 30% non ancora giocato. Con il picco che tarda ad arrivare e quindi il numero di contagi in fase crescente, sembra davvero dura ipotizzare di poter ripartire a inizio maggio. Dunque se la situazione dovesse migliorare soltanto nelle settimane future, la soluzione più praticabile potrebbe risultare quella dei playoff per assegnare scudetto e posti con vista sulle Coppe e playout per le retrocessioni. Ma a quel punto come verrebbero indennizzati gli abbonati? Risponde Stefano Antonelli, ex dirigente di diversi club e ora intermediario per il trasferimento di calciatori di prima fascia. "In Italia il sistema dovrà avere ben chiara la necessità di difendere e tutelare i tifosi e quindi anche gli abbonati che rischiano di aver pagato per non vedere. Non possiamo immaginare un calcio senza di loro, gli appassionati sono il vero motore del football, a loro va il massimo rispetto. Se non si potesse riprendere o farlo solo parzialmente, bisognerà risarcirli: dal rimborso diretto a sconti sulla prossima campagna".

Giusto. Ma c’è un ma. Ed è legato al fatto che almeno la metà dei club di A nelle condizioni di abbonamento dispone di clausole che non prevedono il rimborso a fronte di partite che si disputino a porte chiuse per cause indipendenti dal club. Questo significa che se si andasse incontro alla ripresa del campionato senza pubblico per evitare il problema dei contagi, gli abbonati potrebbero dire addio alla possibilità di vedersi tornare indietro i soldi. E in ballo ci sarebbero svariati milioni di euro. Per dare un esempio del volume degli abbonamenti, Juve, Inter, Milan e Roma hanno incassato circa 80 milioni dalle tessere. La questione, è complessa, articolata e spinosa.