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Sabatini: “Per Bruno Peres, Cairo mi chiamava di notte per cambiare i dettagli”

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L'ex ds della Roma racconta il retroscena sulla trattativa col Torino per l'esterno brasiliano: "Il presidente mi chiamava alle 2 per variare magari di una unità le presenze legate a un bonus da 200mila euro"

Redazione

"Alla domanda su cosa chiedo alla vita vorrei aggiungere questo: che le persone cui voglio bene non muoiano prima di me". Walter Sabatini torna a parlare, tra curiosità e retroscena legate anche al suo lato più umano e intimo. L'attuale ds della Salernitana si è raccontato in un'intervista a 'Tuttosport':

Cosa vi serve per provare a raggiungere un obiettivo che rappresenterebbe un mezzo miracolo sportivo? "Innanzitutto fede, fede nelle nostre possibilità e nelle nostre qualità. Serve un impegno, una tensione massima nel tirare fuori tutto quanto abbiamo. Che non è poco".

L’ambiente di Salerno come vi accompagna, in questa rincorsa? "In precedenza non ho mai lavorato con una tifoseria così generosa, appassionata e innamorata. Raro venga trasmesso un amore senza riserve come succede qui".

Una denuncia che ha colto nel segno, visto il dramma sportivo che si è consumato giovedì sera, con l’Italia esclusa dalla corsa al Mondiale qatariota dalla Macedonia del Nord. La sua reazione? "Sono stremato anche solo dall’idea che il Mondiale sia svanito".

Il prestito di Verdi è l’ultima di una serie di trattative chiuse con Cairo. Dalla sua visuale che presidente è? "Un grande presidente con un difetto ferale, nel calcio: vuole sempre avere partita vinta. Ogni tanto in questo ambiente devi disporti a perdere con lungimiranza, a essere sconfitto per vincere più avanti, devi scartare il jolly altrimenti diventi insopportabile. Vi racconto questo: durante la trattativa per portare Bruno Peres alla Roma, un’operazione opulenta per le casse del Toro, Cairo mi chiamava alle 2 di notte per correggere, magari di un’unità, il numero di presenze a fronte delle quali sarebbe scattato un bonus da 200 mila euro. Ricordo con simpatia quanto sia stata tosta, quella volta. Con Cairo c’è sempre stato un rapporto cordiale nonostante la sua spigolosità nelle trattative. Con una eccezione: in occasione del trasferimento di Ansaldi dall’Inter, club nel quale mi trovavo al tempo, abbiamo avuto un litigio duro e non ci siamo più sentiti per due anni. Quindi ci siamo reincontrati a pranzo l’estate scorsa ripristinando la consueta cordialità".

Cosa chiede alla sua carriera? "La salvezza della Salernitana. Per rimanere qui, se questa fosse l’intenzione condivisa dalla proprietà. Detto che a Salerno, e sempre se Iervolino vorrà, io resterei senza dubbio anche in B".