rassegna stampa roma

Prandelli: “Ho già perso troppi amici. Ora non mi va più di parlare di calcio”

L'ex allenatore della Roma e della Nazionale: "Ogni giorno piangiamo tanti, troppi morti, cosa volete che interessi alla gente il pallone?"

Redazione

In pena per la sua Orzinuovi, in pena per la sua Brescia. Cesare Prandelli dalla sua casa di Firenze vive ogni giorno in attesa di buone notizie dalla sua terra d’origine, martoriata dal Coronavirus. "Passo le mie giornate facendo finta di fare l’agricoltore - racconta -, ho degli ulivi in giardino e cerco di curarli il meglio possibile. Poi dalle 18 in poi tutti davanti al televisore per guardare i telegiornali e le trasmissioni, sperando che qualcosa cambi". L’ex ct dell’Italia, scrive 'Tuttosport', non riesce a parlare di pallone: "In questo momento il calcio deve passare in secondo piano, per quanto mi riguarda è l’ultimo dei miei pensieri. Ogni giorno piangiamo tanti, troppi morti, cosa volete che interessi alla gente il pallone? Con questo dramma mondiale siamo a una svolta epocale, cambierà la scala di valori".

L'ex allenatore della Roma si trovava ad Orzinuovi: "Ero lì anch’io fino a un paio di giorni prima che scoppiasse il tutto. Per fortuna con le mie sorelle avevamo blindato per tempo mia mamma che ha 90 anni e che viene curata da due badanti che si alternano nel corso della giornata. Mia mamma sta bene per fortuna, ma in paese ho già perso tanti amici e altri. Si muore in solitudine, i parenti non possono salutare i propri cari e ai funerali sono ammesse pochissime persone. E’ una tristezza nella tristezza. Questa è la terza guerra mondiale e stiamo perdendo uomini e donne che hanno fatto la storia del nostro Paese".