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Dubbi su Mou: il Psg fa rotta su Zidane

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A Parigi divergenze sullo Special One, la Roma è in ansia. Il ds Campo vuole il portoghese, ma la prima scelta di Al-Khelaifi è Zizou
Redazione

Vincere ancora per poi dirsi addio oppure per restare e programmare un terzo anno in cui provare a colmare il gap con le prime della Serie A. Queste le due strade che la Roma e Mourinho potranno intraprendere tra 10 giorni, perché arrivati al 21 maggio ogni decisione è rimandata a dopo la finale di Budapest del 31. Fino a quel momento la concentrazione sarà sull'Europa League e su un finale di stagione che può regalare alla Roma il 2° titolo europeo consecutivo, l'accesso in Champions e la possibilità di giocarsi la Supercoppaeuropea. Ma nonostante le volontà di club e allenatore, rumors di un possibile addio dello Special One non si placano, scrive Dario Marchetti su Tuttosport. Soprattutto vista la necessità di diversi top club europei che a fine stagione cambieranno la propria guida tecnica. Il Psg in particolare avrebbe messo gli occhi sul portoghese per il dopo Galtier, anche se in ambienti parigini si parla di Zidane come prima scelta di Al-Khelaifi. A volere con forza Mourinho al Psg sarebbe invece il diesse Campos, ma per il momento le notizie di contatti diretti e di incontri con l'allenatore non trovano conferme. "Se mi hanno cercato non mi hanno trovato. Non ho parlato con nessuno", aveva detto lo stesso Mourinho prima della semifinale d'andata con il Leverkusen. Dichiarazioni semplicemente di facciata? Nulla è da escludere, anche se per il momento l'unica vera offerta arrivata allo Special One è quella risalente a dicembre da parte della federazione portoghese per allenare la nazionale. Una proposta al quale il tecnico disse di no, mettendo davanti la Roma.Ora lo Special One, per restare un altro anno nella Capitale, vorrebbe delle garanzie dai Friedkin. Di incontri, però, per il momento ancora nulla. Tutto rimandato alla fine stagione. "A giugno sarebbe tardi per parlare" aveva detto il portoghese a febbraio, scontrandosi con una mentalità, quella dei Friedkin, opposta alla logica frenetica del calcio. Per la proprietà americana, infatti, non esisteva l'urgenza di definire il 3° anno insieme, forte del contratto in scadenza già nel 2024. Ma è stato il tecnico stesso a sottolineare invece come "I contratti non siano la cosa più importante". Contano le ambizioni e quelle dello Special One sono di vincere. Perché è vero che come racconta spesso anche lui, oggi è un allenatore diverso rispetto a quello del Triplete, più interessato a vincere per far crescere la squadra che per sé stesso. Ma è altrettanto vero che la natura di certe persone non cambia, tantomeno a60 anni. Per questo per restare nella Capitale vuole garanzie di competitività anche in campionato. Scenario complicato visto che la Roma dovrà fare i conti anche con i paletti del Financial Fair Play.