Marco D’Alessandro, cresciuto nel settore giovanile giallorosso, veste ora la maglia dell’Atalanta ed è pronto a sfidare la sua ex squadra nella sfida di sabato all’ Atleti azzurri d’Italia. Ecco le parole dell’esterno rilasciate al quotidiano sportivo: «In questi giorni ho sentito tanti amici del mio quartiere, Tiburtino III, tutti romanisti, e il tono è sempre lo stesso: ‘Marco, sai che tifo per te, ma mica penserai di farci lo scherzetto?’ Penso all’Atalanta, che sta puntando forte su di me, e la sfida contro un big europea è un’occasione ghiotta… E al tempo stesso non finirò mai di ringraziare la Roma, che mi ha fatto crescere e debuttare in A. Il club e l’ambiente mi sono stati vicini anche nei periodi più duri».
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Atalanta, D’Alessandro: “Non finirò mai di ringraziare la Roma, ma penso solo al presente”
Penso all’Atalanta, che sta puntando forte su di me, e la sfida contro un big europea è un’occasione ghiotta… E al tempo stesso non finirò mai di ringraziare la Roma, che mi ha fatto crescere e debuttare in A. Il club e l’ambiente mi...
L’esterno nerazzurro ha già affrontato i giallorossi ai tempi del Bari, ma all’epoca era ancora legato contrattualmente alla società giallorossa: «Sfidai la Roma già ai tempi del Bari, ma questa è la prima volta dopo la mia uscita definitiva. Sono tranquillo, saluterò con affetto Florenzi, mio compagno nelle giovanili, e De Rossi, a cui chiederò la maglia: quando mi affacciai in prima squadra, ai tempi di Spalletti, Daniele, Totti e Aquilani facilitarono il mio inserimento tra i grandi. Purtroppo non vedrò il capitano, che è squalificato».
Sul periodo dei nerazzurri aggiunge: «Gli ultimi risultati, con tre gare senza sconfitte e un solo gol al passivo, ci hanno portato in una zona di classifica più tranquilla, eppure abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Penso alla gara contro la Fiorentina: meritavamo di vincere, e abbiamo perso. Ma abbiamo saputo reagire, con carattere. Bergamo? E’ una città in cui io e la mia compagna Corinne, che viene dal mio stesso quartiere di Roma, viviamo bene. Ho trovato un’organizzazione di alto profilo, un gioiello come il centro d’allenamento di Zingonia, e una tifoseria che ti fa sentire un grande calciatore. Ora mi manca giusto il primo gol in serie A».
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