«Il destino è nei nostri piedi solo per il secondo posto». Ne sono cambiate di cose in 148 giorni, da quel polemico Juve-Roma dell’andata che portò Garcia a dire con certezza che la sua squadra avrebbe «vinto lo scudetto». Quasi cinque mesi dopo la Juve di Allegri si trova a +9 in classifica e la parola scudetto non viene nemmeno pronunciata sottovoce da Garcia che stasera ha comunque l’ultima chance a disposizione per tenere accesa la speranza tricolore. Dobbiamo fare di tutto per mantenere il secondo posto, sarà l’unico modo per attaccare poi anche il primo - ha ribadito il francese - Non credo la Juve verrà qui per pareggiare. Anche se dovessimo vincere, comunque, per il campionato non dipenderà solo da noi». Come all’andata (pareggio di Manchester) la Roma arriva da una bella figura in una trasferta europea che potrebbe aver svegliato i giallorossi reduci da 5 pareggi consecutivi in casa: «Avevamo detto che volevamo giocare le due competizioni al massimo, l’abbiamo dimostrato giovedì in Olanda. Ci siamo qualificati in circostanze difficili, per questo non è stato importante solo il passaggio del turno, ma anche il modo in cui lo abbiamo ottenuto. Con la Juve dobbiamo mostrarci all’altezza, la classifica non mente e dice che loro sono i più forti». Poi si torna su quella famosa frase («Sono sicuro, vinceremo lo scudetto») pronunciata qualche giorno dopo la gara dell’andata, condizionata dai tanti errori arbitrali di Rocchi: «Forse c’è una divinità misteriosa che ha voluto punirmi per questo peccato, se peccato ho commesso, di superbia. Se l’ho fatto era per lottare contro un ambiente di pessimismo ossessivo. Se ho commesso questo peccato, non era un comportamento di uno stupido che non riflette, che dice cose al volo. Penso che per mantenere la motivazione e l’ambizione era al massimo fosse necessario fare questo. Di certo non ci fermiamo a questa stagione, l’obiettivo non solo è vedere la Roma al centro del villaggio, ma al centro dell’Italia». A centrocampo intanto torna Nainggolan al posto di uno tra Pjanic e Keita («Ho giocato al Barça, non posso aver paura della Juve. Se li battiamo torniamo in corsa», ha detto il maliano), in attacco sarà confermato il tridente Ljajic, Totti e Gervinho con Iturbe pronto a subentrare mentre Garcia dovrà fare ancora a meno di Maicon («Troppo presto per poterlo rivedere”). Doumbia (lombalgia) non figurerà tra i convocati così come i soliti Castan e Strootman. «Se alla Juve fossero mancati Pirlo e Pogba come a noi Kevin e Leo sarebbero cambiate alcune cose. Lo ha detto Pallotta e io sono d’accordo. Adesso però non serve parlarne, serve vincere e mi auguro di poter vedere fair play in tribuna visto che all’andata a Torino non fu così. In campo invece daremo battaglia», ha concluso il tecnico. Non ci sarà il tutto esaurito all’Olimpico: previsti poco più di 50 mila spettatori.
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«Vincere per tenere il secondo posto»
Garcia: scudetto? Forse un diomisterioso ha punito la mia superbia
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