rassegna stampa roma

Polemiche per i controlli. Verso il Daspo di gruppo

La misura di gruppo promossa dal Ministro degli Interni Angelino Alfano potrebbe trovare la sua prima applicazione in Serie A

Francesco Balzani

«Come è possibile far entrare certi striscioni?». Se lo è chiesto il presidente Figc Tavecchio e se lo domandano anche tanti tifosi costretti ogni domenica a consegnare bottiglie d’acqua o ombrelli all’ingresso degli stadi. Una domanda diretta a chi si occupa del pre-filtraggio all’Olimpico: forze dell’ordine (sabato scorso erano oltre mille gli agenti impiegati) e steward. Nessuno di loro ha visto gli striscioni apparsi in curva Sud. «È ora di chiarire come sia possibile che accadano certi episodi in stadi di massima sicurezza», ha tuonato Tavecchio riferendosi ai cosiddetti «controlli a groviera». Il Viminale però non ci sta: «È sbagliato pensare che la soluzione siano solo i controlli. Gli striscioni sono spesso di carta molto sottile, vengono tagliati e piegati, a due lettere per volta, e poi una volta dentro lo stadio, incollati con il nastro adesivo. Con le riprese zoom si è visto bene. Difficilissimo scoprirli agli ingressi. D’inverno poi è facile nasconderli sotto gli indumenti. Le misure devono essere altre. Servono risposte decise non riconducibili solo alla repressione ma al lavoro di isolamento di violenti ed incivili ed alla netta rescissione di ogni rapporto con loro». Come? Con politiche di frazionamento dei settori che contribuiscano ad individuare i violenti. L’altra arma, già utilizzata per 7 tifosi del Nardò in Eccellenza, è il Daspo di gruppo. Una misura promossa dal Ministro degli Interni Alfano proprio a seguito della sparatoria di Tor di Quinto e mai sperimentata in serie A. Forse stavolta potrebbe essere la volta buona anche perché la Roma si messa a piena disposizione della Questura per individuare i colpevoli probabilmente appartenenti a gruppi di estrema destra visto che il messaggio espresso dagli striscioni dell’Olimpico era apparso 24 ore prima sulle bacheche social di alcuni esponenti di Casa Pound. Al Viminale, infine, hanno apprezzato le dichiarazioni di Pallotta: «Ha mandato un messaggio importante, ma rimane molto da fare. Bisogna tirare fuori quelli che usano le curve per affari propri, per business. Per fare questo bisogna che ci si metta tutti quanti insieme (club, federcalcio, forze dell’ordine) e si vada nella stessa direzione».