rassegna stampa roma

Pallotta: «Stufo di quei fottuti idioti»

La 7ª squalifica di un settore dell’Olimpico in due anni ha mandato su tutte le furie Pallotta che ha apostrofato in male modo gli autori degli striscioni

Francesco Balzani

Una giornata di squalifica per la Sud e l’ira di Pallotta sugli ultrà. Sono le conseguenze degli striscioni esposti sabato all’Olimpico durante Roma-Napoli contro la madre di Ciro Esposito. La prima mazzata è arrivata dal Giudice sportivo che ha deciso, sull’onda dell’indignazione collettiva (gli striscioni sono finiti pure su Cnn e Al Jazeera), di chiudere il settore in occasione di Roma-Atalanta con un’inedita motivazione: «I sostenitori all’inizio della gara e al 40’ esibivano quattro striscioni, dal tenore provocatoriamente insultante per la madre di un sostenitore della squadra avversaria, deceduto in drammatiche circostanze; rilevato altresì che dal medesimo settore, al 3’, 14’, 22’ e 40’ venivano ancora una volta indirizzati ai tifosi partenopei cori espressivi di discriminazione per motivi di origine territoriale».

La 7ª squalifica di un settore dell’Olimpico in due anni ha mandato su tutte le furie Pallotta che ha definito senza mezzi termini «fucking idiots» (fottuti idioti) e «asshole» (che in italiano ha molteplici traduzioni non proprio elogiative) gli autori di quello striscione: «Non è giusto nei confronti di tutti i tifosi che vengono allo stadio dover rispondere e subire le conseguenze di cose fatte da fottuti idioti. Noi come Roma stiamo facendo molte cose contro le violenze, anche dietro le quinte. Darò un milione di euro a Roma Cares (la fondazione del club giallorosso, ndr) per continuare a combattere tutto questo. In Italia però è arrivato il momento di cambiare e di fare qualcosa per questi episodi, spero che non saremo solo noi a prendere queste iniziative».

Frasi promosse dai tifosi sui social network e da Luca Di Bartolomei (figlio di Ago, che oggi avrebbe compiuto 60 anni): «Le parole di Pallotta sono perfette ed evidenziano una cifra comunicativa importante che credo e spero sarà quella del nostro futuro». La decisione del Giudice, invece, non è andata giù a Pallotta anche perché in passato altri striscioni altrettanto «insultanti » erano stati puniti solo con una multa. Per questo si sta pensando se fare ricorso alla Corte federale. «Siamo molto frustrati e delusi dalle azioni che sono state prese. Purtroppo non abbiamo il potere di intervenire quando succedono questi episodi, i controlli corretti sono stati fatti fuori dallo stadio rimuovendo gli striscioni che andavano rimossi», ha concluso il presidente a Roma Radio riferendosi a una serie di striscioni bloccati dalle forze dell’ordine agli ingressi che contenevano messaggi ancora più gravi. Pallotta martedì aveva telefonato personalmente alla madre di Ciro, come rivela la stessa signora Leardi a Televomero: «Se mi sono piaciute le sue parole? Sicuramente meglio del silenzio. La sanzione non toglie l’offesa. È la mentalità a dover cambiare. A me il calcio non interessa, ma la vita dei ragazzi sì. Per questo vado avanti». Ma il suo legale insiste: «Decisione vergognosa, in Figc dovrebbero dimettersi. La Roma merita la penalizzazione».