rassegna stampa roma

Depressione Roma. A Trigoria silenzio e paura di fallire

Perdere la Champions sarebbe un disastro. Garcia chiede alla squadra di non mollare

Francesco Balzani

L’indifferenza dei tifosi, la depressione della squadra e un solo sorriso. Quello comparso sulla faccia di Garcia ieri alle intorno alle 16,30 quando un attaccante (ovviamente non giallorosso) ha deciso di regalare una nuova speranza alla sua Roma. L’attaccante è Paloschi che con i suoi miseri 8 gol sarebbe capocannoniere romanista e che grazie al guizzo contro la Lazio ha permesso a Garcia di non veder allontanarsi ancora di più il treno della Champions e il primato cittadino. C’è da chiedersi però se la Roma abbia voglia di rincorrere quel treno. A Milano, infatti, Totti e compagni hanno messo nel triste fascicolo del 2015 l’ennesimo capitolo deprimente abbassando una media punti (1,4) che oggi vedrebbe la squadra di Garcia al 7? posto. Quella contro l’Inter è stata la 10ª partita di fila in cui i giallorossi non sono riusciti a segnare più di un gol, l’ottava senza una rete su azione degli attaccanti. Dati che pesano sull’immediato futuro e che hanno spinto Pjanic a lasciarsi andare nel post partita: «Vanno cambiati gli atteggiamenti e dare molto di più anche e soprattutto durante la settimana». Un messaggio rivolto a qualche compagno, ma anche a Garcia. In molti, infatti, a Trigoria non sono per nulla convinti dei metodi blandi di allenamento e della troppa libertà (anche notturna) concessa a qualche giocatore. Il messaggio però non sembra essere stato recepito e così ieri non è arrivata alcuna decisione “punitiva”: ritiro, partenza anticipata per Reggio Emilia o doppia seduta che sia. Misure che in queste settimane sono servite a risollevare Inter, Napoli e, in B, il Perugia. Ieri mattina, in una Trigoria deserta, non c’era voglia di parlare. Tra musi lunghi e facce che non vedono l’ora finisca la stagione Garcia ha fatto il solito punto della situazione senza alzare troppo i toni, ma spiegando ai giocatori che non è il momento di mollare. Sempre che qualcuno non lo abbia già fatto.