C’era una volta Abrahamcadabra, il mago del gol, il lungagnone che, sorridente, sgraziato e impacciato come un personaggio di Walt Disney, faceva sistematicamente piangere (quasi) tutte le difese avversarie. Oggi, il mago è sparito, scrive Mimmo Ferretti su La Repubblica. Svanito. Evaporati anche i gol. Se è vero che Abraham non aiuta la Roma (due reti in campionato, il suo misero bottino), è altrettanto palese che la Roma fa poco per aiutare Abraham. L’involuzione di Tammy, dunque, chiama in causa anche la squadra? Quindi il gioco, quindi Mourinho? La riposta appare scontata. Quando una squadra tira 0 (zero) volte nello specchio della porta avversaria, le cose sono due: o non ha prodotto gioco oppure è stata tradita dai giocatori. Ma, ovviamente, si è scatenata la caccia al colpevole, con Abraham come nessun altro sul banco degli imputati. L’inglese ha sbagliato tutto quello che era possibile sbagliare, ma quanti palloni giocabili gli sono arrivati tra i piedi? Pochi, rari. Questo per dire che il problema non può mai essere spaccato nettamente in due, da una parte chi ha ragione e dall’altra chi ha torto. C’è sempre una compartecipazione, sia nel bene che nel male.
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La Repubblica
Se il mago del gol è sparito non è solo colpa di Tammy
L’inglese ha sbagliato tutto quello che era possibile sbagliare, ma quanti palloni giocabili gli sono arrivati tra i piedi? Pochi, rari
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