Sfortunata stavolta. Ma di fatto la Roma perde e resta a -7 dalla vetta. Errori madornali quelli di De Sanctis e Manolas. Spenti pure Nainggolan e Falque mentre davanti nonostante il gran lavoro sulle fasce di Florenzi e Digne non arrivano i lampi giusti. Quanti cross buttati!
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Samp-Roma LE PAGELLE: Manolas, errore da tragicommedia. De Sanctis più mozzo che pirata
Errori madornali quelli di De Sanctis e Manolas. Spenti pure Nainggolan e Falque
DE SANCTIS 4,5: Con le mani sbriga poco lavoro. Passiamo quindi ad altro: malissimo nel’impostazione sulla barriera in occasione del gol di Eder. La differenza con Szczesny (ma anche con Viviano) sta soprattutto nei piedi e nella capacità di impostare. Al 12’ riesce a mandare in angolo un cross che sarebbe andato ben dietro la traversa, ci riprova pure nel finale. Szczesny torna presto.
FLORENZI 6: Nel primo tempo resta più basso lasciando i sogni di gloria a Digne pur restando sempre vivo nella manovra offensiva. In difesa cresce di giorno in giorno, quando spinge le cose vanno ancora meglio. Non è l’alloro di Barcellona, ma i suoi inserimenti sono menta fresca per una Roma malata. E’ una “terzala” coi contro attributi, ma non basta.
MANOLAS 5: Rovina tutto con quell’autogol che condanna la Roma alla prima sconfitta. Contro il capocannoniere della serie A se l’era cavata più che bene togliendo profondità e mantenendo sempre la schiena dritta. Non può togliergli la palla che su punizione porta in vantaggio la Samp. Stavolta però gli rimproveriamo anche un’altra cosa: segnare di testa, pure per un difensore, non è un reato.
DE ROSSI 6: Il solo “difensore” della rosa della Roma che sappia impostare il gioco, ma l’eccessiva tranquillità da centrocampista lo frega al 25’ quando dopo uno stop in area manda in porta Eder. Un bicchiere rotto però non rovina il servizio. Certo dovendo stare dietro, il centrocampo perde muscoli e schermo.
DIGNE 6: Capitan America cancella le brutture di Torosidis e stavolta spinge il piede sull’acceleratore costringendo Muriel ad abbassarsi. Mette in mezzo un mazzo di cross senza trovare qualcuno che li accolga.
NAINGGOLAN 5: L’ombra del Ninja si allunga anche a Marassi. Radja ripete la prestazione col Sassuolo e sembra aver messo un po’ a riposo la furia guerriera che ne contraddistingue il gioco. Fa poco schermo in difesa e si inserisce a fatica tra le maglie doriane. Al 11’ può spaccare lo specchio della porta, ma la manda fuori dalla finestra. (40’st Uçan ng)
KEITA 5: Rispolvera qualche appunto di catalana memoria, ma nel complesso esce fuori una lezione un po’ noiosa. Poi perde quel pallone maledetto a 5’ dalla fine. (40’st Iturbe ng)
PJANIC 6: Uno dei due dragoni bosniaci sputa fuoco dopo 20 minuti quando chiama Viviano a un mezzo miracolo ed è ancora a lui a cercare gioia alla mezz’ora e nella ripresa quando il portiere doriano tira fuori un paratone su deviazione. E’ al tempo stesso il giocatore più imprevedibile, ma anche quello che soffre di più quando il copione diventa scontato. Merito e colpa di quei piedi buoni che si ritrova. Troppe proteste però, anche se il rigore di Moisander poteva starci.
IAGO FALQUE 5: Riassapora l’odore dell’erba di Marassi, ma non trova gli acuti dei tempi genoani e finisce per inciampare sulle zolle e sui fischi dei tifosi. Equilibrio sì, ma anche tante cose scontate. (16’st Gervinho 6: più coraggioso del compagno, mette quel pepe che serviva pur non facendo cose enormi)
DZEKO 5,5: E’ la mensola sulla quale la squadra appoggia tutto ciò che ha di buono (e meno buono). Primo lampo da Premier bomber a fine primo tempo quando si beve i centrali doriani e prova a piazzarla alla sinistra di Viviano. La vera prodezza però la compie quando con un numero di alta scuola serve Salah in area. Improvvisazioni in un copione improvvisato. Tutti quei cross andrebbero sfruttati meglio.
SALAH 6: Nel primo tempo va in scena il remake de La Mummia. L’egiziano si toglie le bende nella ripresa siglando il gol del pareggio e mandando sabbia e sole negli occhi dei difensori doriani. Troppo tardi però.
GARCIA 5: Prova a fare le cose semplici, quelle che gli riescono meglio. Non stavolta. La Roma ha l’atteggiamento giusto ma nel primo tempo sembra continuare a improvvisare senza dare l’idea di avere uno straccio di copione sul quale lavorare. Con o senza turn over. Nella ripresa va decisamente meglio, arriva il pari ed escono fuori le individualità importanti di questa squadra e una forma fisica eccellente. L’autogol finale fa capire una cosa: anche la fortuna è finita. I dati sui cross non sfruttati poi sono da record mondiale, e qui non c’entra la forma fisica ma la tattica!
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