Roma-Viktoria Plzen 1-2 LE PAGELLE: Gasp, confusione organizzata. Incubo Dovbyk

Uscita prodigiosa dopo l’errore di Hermoso, ma la bandierina toglie il miracolo dalla cronaca del match. Poi si ritrova Adu senza preavviso e forse poteva metterci qualcosa in più. Può poco invece sul raddoppio di Souarè. E questi purtroppo sono due gol che nel tabellino ci entrano eccome. Nella ripresa non ha lavoro da svolgere, a quello ci dovrebbero pensare gli attaccanti. La prima da titolare per il gigante di Varsavia che tira fuori il Kimono delle grandi occasioni ma scivola sul tatami quando Adu la mette sulla corsa e beffa prima lui e poi Svilar. La sostituzione dopo mezz’ora è una bella mazzata sulle sue ambizioni, ma a quest’età un errore è perdonabile. (30’ El Shaarawy 6: entra e regala imprevedibilità ed esperienza in un reparto sotto camomilla. Ci prova da fuori, riesce ad inserirsi e scalda le mani di Jedlicka) Dalle sue parti gira Durosinmi che ha voglia di mettersi in mostra e per poco non lo coglie impreparato dopo 8 minuti. Ma la sensazione è che Mancio abbia lasciato il chiodo a casa, così gli spifferi arrivano e anche lui prende due colpi di vento che fanno molto male. Nella ripresa torna in campo bello coperto e prova a farsi vedere pure davanti. Pasticcia dopo pochi minuti, per fortuna ci sono Svilar e la bandierina del guardalinee ad evitargli una figuraccia. Si ripete poco dopo facendo sospirare l’Olimpico e non solo. Regala un senso di indecisione anche ai compagni prima di rimettersi in carreggiata nella ripresa. Gasp ha assicurato che gioca bene anche sulla fascia, ma a noi il turco in versione braccetto aveva convinto di più. E infatti dopo la prima mezz’ora horror scivola dietro dove becca un giallo ma ristabilisce tranquillità. (67’ Bailey 5,5: un bel tentativo da fuori e poco altro, ma almeno ha l’alibi dello stop forzato) Quel forte sentore di un altro pacco arrivato dalla Francia dopo Le Fée e Aouar. Cerv gli scappa spesso e il marocchino non mostra né garra né qualità tecnica per ribaltare il fronte. Così manca sia il raccordo col reparto offensivo sia la coperta per quello difensivo. Entra con la faccia di chi preferiva vedersi una serie in tv sotto il piumone. E quella sensazione cresce vedendolo trotterellare senza senso tra la maglie bianche del Viktoria per poi svegliarsi solo dopo i due gol subiti. Guai peccare di presunzione, anche contro una cosiddetta piccola d’Europa. Esce dopo una botta alla caviglia. (1’st Pisilli 6: pochi minuti e si guadagna il rigore. Poi si mettete a correre e combattere dopo giorni di naftalina. Sotto porta però deve pensarci meno) Le ultime volte che Nedved aveva visto un esterno brasiliano da queste parti era stato costretto a qualche seduta sul lettino. Stavolta l’effetto è decisamente diverso. Wesley fatica a creare la superiorità sulla fascia sinistra e si fa vedere solo per un tiro sul primo palo deviato bene dal portiere ceco. Nella ripresa viene spostato a destra dove di sicuro si trova meglio e dove costringe il Viktoria ad alzare l’attenzione. Parte a sinistra, poi si sposta a destra. E cerca spesso l’angolo di tiro senza trovare però fortune come invece fanno gli avversari. Resta un primo tempo da tanti vorrei, ma non posso. Nel secondo i vorrei restano tali. (74’ Ndicka sv: ci prova nel finale di testa) Ora non è più il momento di fermarsi. Paulo sa sempre dove mandare il pallone, ma a quanto pare lo capiscono anche gli avversari. Dopo lo choc dello 0-2 prova ad accendere la Roma, ma non trova gli interruttori giusti. Così arriva il dischetto a rimettere la luce al posto giusto. Ma non basta nemmeno quella. Quaranta secondi e fa vedere finalmente un movimento da vero attaccante: stop, fuga in profondità e tiro in porta. Anche se centrale. Sembra l’inizio di una bella serata, invece è l’unico lampo della solita notte buia. In più si rimette pure a respingere le conclusioni dei compagni. L’incubo non ha mai fine, la pazienza sì. E infatti arrivano fischi sonori. (74’ Ferguson 4: di male in peggio, casca pure sul pallone) Un approccio disastroso e una reazione che non basta. La Roma è in una confusione che sembra organizzata, ma che francamente non capiamo Le scelte di Gasp lasciano di nuovo a desiderare e infatti le rinnega col passare dei minuti cambiando tutto e passando per moduli e assetti diversi, come se fossero alla ricerca di qualcuno di nuovo che al momento non è attuabile e che ha modificato l’unico reparto che fin qui funzionava. Poi ci sarà tempo per analizzare il mercato, fin qui disastroso.