Roma-Udinese 2-0 LE PAGELLE: Pellegrini, I Will Survive. Gigantesco Mancini

Ventidue minuti per il primo intervento, un’uscita bassa sul tentativo di inserimento di Buksa. Poi respinge come può un tiro dalla distanza di Kamara. E fin qui nulla di particolarmente complicato. Ma vuoi che Mile non entri nel primato? Al 72’, dopo un errore di Ndicka, compie un miracolo vero su Zaniolo tutto solo davanti alla porta. Si ripete nel finale sul colpo di testa di Bayo. Prende in consegna Zaniolo nel mare di fischi rivolti all’ex ingrato. E lo tratta subito con maniere dure. Ne nasce un diverbio continuo che alimenta ancora più la contestazione dei tifosi e che finisce per innervosire il giocatore dell’Udinese. In fondo lo scopo era quello. Se cresce un altro po’ ci ritroviamo Real Madrid e Liverpool alla porta. Irrompe subito, appena il pallone ha la fragranza di poter diventare un pericolo tra i piedi di Atta che svaria su tutto il fronte. Quando vede l’ingresso libero prova pure a scendere, e proprio da una sgroppata del Mancio arriva il rigore. Dall’altra arriva il raddoppio di Celik. Visto come tratta il pallone viene quasi voglia di vederlo in attacco. Sa fare tutto, forse pure lo stretto di Messina. Sedativo sui tentativi di gloria di Buska. Lo utilizza con dosi chirurgiche e con una calma impeccabile mettendo corpo ed esperienza e rimediando anche quelle punizione salutari in momenti di forte pressione. Proprio nel momento di maggiore leggerezza però compie un errore che rischiava di costare caro. Buono e attento per venti minuti, poi sbuca dal nulla e di testa fa quello che dovrebbe fare Dovbyk sfiorando il palo alla destra di Okoye. Improvvisate studiate a tavolino con Mancini, col quale si alterna sulla fascia per poi tornare a dare una mano nelle retrovie. E proprio da uno scambio con Gianluca arriva il raddoppio del turco. (90’ Ziolkowski sv) Il porto dove attraccano navi in arrivo e in partenza. C’è tanto da gestire anche perché non sempre chi è davanti accorcia come dovrebbe. Anche per questo becca un giallo che ne condiziona il flusso della gara impreziosita comunque da un palo e dalla solita personalità. Partenza sotto stress con Ekkelenkamp che lo tampina nemmeno fosse un politico sotto processo. Non si sottrae alla lotta e dopo 12 minuti prova pure la doppia conclusione in porta. Nella ripresa sale al Colle: costringe Atta a restare parecchi metri indietro rispetto al solito e avvia con prepotenza l’azione del raddoppio. Scende con tempi e musica giusta piazzando pure un paio di cross interessanti. Zanoli capisce che deve aumentare i dispositivi di allarme. Lui però ha le chiavi giuste per non farsi beccare e continua a tenere in apprensione tutta la fascia fino alla fine recuperando anche sulle corse di Zaniolo. Nel secondo tempo però sbaglia qualche appoggio di troppo e accusa stanchezza. (90’ Ghilardi sv) Gara da atleta e un rigore finalmente perfetto. Se perde palla la recupera, se c’è da spaziare su tutto il fronte non si fa pregare, se c’è da alzare la voce nemmeno. Ruba anche quella a Zanoli che porta al palo di Cristante prima di prendersela sul dischetto e gelare Okoye come nessuno aveva fatto in questa stagione. Dà continuità alla bella prestazione vista in Scozia. Sopravvissuto, non era facile. (74’ El Ayanoui 6: la giusta freschezza a stendere l’Udinese Qualche tocco di troppo ma quando ha lo spazio prova sempre ad illuminare la manovra offensiva, vedi la palla in verticale per Dovbyk. Quando esce Artem i compiti a casa aumentano, lui si mette lì con matita e righello e si applica come vorrebbe Gasperini cercando sempre un ricamo efficace. (74’ El Shaarawy 6: tenta sempre di far male) Trova uno come Kabasele che è più grosso di lui. Cerca senza possibilità di successo il corpo a corpo. Non tocca palla per venti minuti buoni alimentando sempre più la voglia di tornare sul mercato. I compagni provano a servirlo in ogni maniera, ma l’ucraino arriva sempre con ritardo tranne che nell’occasione in cui si fa male (ed era anche fuorigioco). Non ci siamo. (40’pt Baldanzi 6,5: alla Dybala, da falso nove. Cerca di passare tra le gambe dei giganti e si districa decisamente bene da pivot) Ammucchia Gasperi, ma stavolta ammucchia nel senso buono. Ammucchia punti, primato, applausi, gioco. La Roma si prende la vetta di forza, con carattere e dominio tattico come non si vedeva forse dai tempi del primo Spalletti. Anche senza punte, anche con tutta Italia pronta a gufare. Impatto devastante del Gasp. E a questo punto può pretendere di più.