Pisa-Roma 0-1 LE PAGELLE: Soulèone. Dybala raddrizza pure la Torre

Un minuto e poco più per accogliere il primo pallone in uscita. Poi trema sul colpo di testa da due passi di Meister che il belga para in due tempi di assoluta bravura. Sembra l’inizio di una brutta serata, in realtà non corre altri pericoli se si esclude un blocco plastico su Cuadrado a un soffio dalla fine. Preferito di nuovo a Ghilardi, lo spagnolo legge la lista della spesa e mette tutto nel carrello scegliendo la convenienza, e quindi prendendo spesso la decisione più semplice. Nella ripresa si sgancia maggiormente favorendo gli affondi di Wesley e facendo valere l’autostima. (82’ Celik sv: spazza tutto) Nel primo tempo pende un po’, come la torre di Pisa. Ne approfitta Meister che per due volte fa suonare l’alert dalle parti di Svilar e gli procura anche un fastidioso dolore al petto. Si riprende col passare dei minuti e nella ripresa fa sparire l’attaccante danese dal campo. Anche nelle situazioni di contropiede mette gambe, lancia e scudo per non esporre l’area di casa agli attacchi nemici. Prezioso anche quando si stacca dalla linea per aumentare il livello di densità anche se rischia parecchio negli ultimi minuti. Rialza il voto quando annulla i tentativi di Nzola nei minuti più bollenti. L’eroe dell’Olimpico parte timido all’Arena Garibaldi limitandosi al compito di dai e vai, senza puntare avversari o linea di fondo. Ripresa con maggiore coraggio e una caduta in area che poteva evitare. Siamo ancora nella fase di ambientamento, ma scala bene le posizioni e quando vede la prede aggredisce sempre. Cerca di velocizzare e ampliare la trama di gioco che nei primi minuti risulta di corto respiro. Lo fa con qualche imperfezione di troppo e il risultato va all’inverso delle intenzioni. Sbaglia troppo, ma così come per Koné è bravo nella prova d’appello nella ripresa quando diventa uomo fondamentale nella doppia fase della gara. Spesso si decentra per svuotare la linea di passaggio verso Ferguson. E’ meno dominante rispetto alla gara col Bologna e impiega qualche istante di troppo nello scarico del passaggio. Nella ripresa però ara il campo e va a strappare palloni fondamentali dai piedi dei giocatori pisani. Al 90’ regala a Dovbyk la palla del riscatto dopo uno strappo da Premier. Se vuole sparecchia le tavole di mezza serie A. Poco aggressivo in fase difensiva quando c’è da tamponare Tourè, ma pure poco preciso quando c’è da spingere. Gasp lo richiama spesso ma la reazione tarda ad arrivare in un primo tempo di sofferenza. Non cambia molto il copione nella ripresa quando dalla sua parte arriva Nzola. Con l’arrivo di Tsimikas dovrà alzare la media. (91’ El Ayanaoui sv) Scotta, pure se tira il Maestrale. Scotta a chi tocca marcarlo, a chi tocca fermarlo. Due gol di precisione, cattiveria e tecnica. Uno glielo leva il Var, l’altro vale tanto. Nel primo tempo mette in mostra quell’uno contro uno che può fare la differenza e che fa guadagnare alla Roma metri e calci piazzati. La perla se la tiene nella ripresa con una stoccata che manda di traverso la Cecina alla curva pisana. (91’ Rensch sv) In attesa di candidati più credibili la sinistra è ancora del Faraone capitano. Che ce la mette sempre tutta, ma non riesce più a fare la differenza come ai bei tempi. Troppi i duelli persi con Canestrelli, pochi gli spunti interessanti. Tanti i pensieri che dovrebbero avere Massara in queste ultime ore di mercato. Esce con un dolore alla caviglia. (1’st Dybala 7,5: c’è ancora una Roma che con Dybala vale molto di più. Alla Joya sono bastati 10 minuti per cambiare lo spartito offensivo della squadra di Gasp. L’intesa con Soulè è da leccarsi i baffi, ma anche le palle in verticale per Ferguson meritano un supplemento di pagamento) Gila, da ex attaccante, gli disegna una gabbia intorno. L’irlandese prova a divincolarsi, a girarsi e andare verso la porta di Semper. Lo fa con fatica nella prima mezz’ora e si becca pure un giallo. Ma è sempre nel vivo della manovra e il rullante per l’assolo di Soulè lo testimonia. Riferimento ideale, manca solo il gol. (73’ Dovbyk 6: non è facile giocare in condizioni del genere. Lo fa con serietà e due belle sponde, ma non sembra proprio l’attaccante ideale per Gasp e nel finale si divora pure un gol che poteva far passare minuti meno stressanti alla capitale) Squadra che vince non si cambia, soprattutto se dal mercato è arrivato poco di nuovo in questa settimana. La Roma parte male rischiando due volte di andare sotto, poi prende in mano il pallino ma paga la poca qualità offensiva quando si tratta di cercare il gol. Nella ripresa entra Dybala e quel gap viene colmato. Ciò che resta invariata è l’idea che la Roma regala da quando c’è Gasp: la voglia di dominare sempre.