Stavolta si gioca tra amici, con i fischi coperti dagli applausi dei romanisti. Ha voglia di spaccare il mondo ma soprattutto di vincere la partita. Il primo tempo scivola però nell’anonimato fatta eccezione per la solita dose di profondità che dà al gioco offensivo. Utile, oltre l’apparenza. Ma servono anche i gol, e quando si ferma davanti a Sommer fa un po’ rabbia.
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