Juventus-Roma 2-1 LE PAGELLE: più Soufflé che Soulè. Pellegrini, il tiro è un optional?

Qualche pericolo di troppo a inizio primo tempo tra retropassaggi pericolosi e quell’incursione di Openda che Mile legge con grande saggezza. Deve rimetterci il corpo a un passo dal duplice fischio quando intercetta il tiro centrale di Conceicao ma nulla può quando il portoghese lo infila in diagonale. Lo scontro si ripropone nella ripresa. E Svilar è quasi sempre pronto, anche sul 2-0 bianconero. Comanda una difesa totalmente inedita ma non perde la corsia di destra dove ha dimostrato di sapermi muovere più che bene. Dopo venti minuti pure lui accusa un problema in una sorta di maledizione post lagunare. Stringe i denti, come sempre. Ma il dolore resta e in qualche occasione si fa sentire. Chiamato in trincea in fretta e furia. Il giovane polacco usa gambe, mani, gomiti e testa per ostacolare Openda in una zona in cui sbagliare non è ammesso. Qualche ruvidezza tattica va aggiustata e anche sul raddoppio juventino non è bellissimo da vedere. Ma i mezzi ci sono. Ricopre più ruoli di uno stagista, ma sta dimostrando di avere l’esperienza giusta e al 22’ sventa il tap in di McKennie. Poco altro da segnale in un primo tempo in cui la Juve prova a far male soprattutto dall’altro versante. Chi ha qualcosa di serio da rimproverargli? Derby turco in cui deve far abbassare la cresta a Yldiz. Impresa non facile di questi tempi anche perché Mancini lamenta quasi subito un problema al flessore. Zeki mantiene un andamento discreto, nulla più. Nella ripresa il connazionale più giovane lo prende sulla stanchezza e se lo divora. Inizio col brivido per una pallaccia a Svilar che rischia di essere letale. Bryan sa che il reparto difensivo ha più defezioni di una classe in pandemia. Resta basso ad aiutare la compagnia, ci riesce a tratti nel primo tempo. Poi affonda anche lui. Treccine al vento e passo quasi identico. La sfida transalpina con Thuram sembra uno scontro tra Avatar. Lo juventino ha la meglio per gran parte di una gara in cui Manu fa spesso il giro largo scivolando anche qualche volta di troppo. Una battuta d’arresto inaspettata considerata la furia vista col Como. Prova a ruggire nel finale ma lo fa con idee confuse. Lascia per un tempo la Kawasaki Ninja sfoggiata col Como per usare un due ruote da cross ma che tiene comunque un andamento interessante. Una sgasata la dà a fine primo tempo quando serve Dybala da fondo campo. Nella ripresa riprende il pezzo forte e cerca di accompagnare maggiormente ma in pochi salgono in sella con lui. Ci mette anche due salvataggi difensivi niente male per evitare il raddoppio e il recupero per il pallone del 2-1. Poco preciso nelle palle di ritorno mentre è attento sui singhiozzi di manovra della squadra di Spalletti. A far pendere la bilancia verso il segno negativo è il modo in cui calcia in porta due volte. Decisamente con poca, anzi con nessuna convinzione. E non è più tempo di tentare il tiro, è il tempo di scoccarlo. Nella ripresa nemmeno prova a farlo. E infatti esce. (53’ Bailey 3: i pop corn sono ancora sullo scaffale. Aspettiamo ancora? Sembra giocare a calcetto, ma di quello del dopo lavoro. Atteggiamento inaccettabile e l’ombra dell’ultimo infortunio. Dal 73’ El Shaarawy sv) Altro ex poco considerato dalla dirigenza bianconera. Vuole fissare ancora più il simbolo del rimpianto sullo Stadium ma ci mette quei soliti secondi di troppo a scaricare palloni interessanti e dopo venti minuti rimedia il giallo. Non sappiamo se è un caso oppure no, ma quando c’è Dybala tende a nascondersi un po’. Inoltre in fase di ripiego stasera è stato disastroso. A partire dal gol di Conceicao in cui si dimentica di seguire il portoghese. (55’ Ferguson 6: ha quasi un tempo per trovare il secondo gol in campionato. Ci prova al 75’ e se non altro dal suo tiro arriva il tap in di Baldanzi. Poi si mette a lavorare di sponda fino al tiraccio all’ultimo secondo) Quattro panchine di fila prima di tornare a respirare l’aria che una volta era di casa in quello che potrebbe essere l’ultimo ballo da grande ex. Si presenta al decimo con un bell’inserimento tra le spalle larghe di Bremer. Una scorta rognosa che Paulo prova a scrollarsi di dosso andando a giocare qualche metro indietro. Colpe? Meno di altri. (55’ Baldanzi 6: sguscia. Indovina pure la direzione quando trova la rete che alimenta le speranze di Natale) Emergenza vera in difesa e quel Dybala dall’inizio che in pochi si aspettavano. Una mossa francamente opinabile. Ma c’è da misurarsi con una big senza timore reverenziale. Purtroppo il copione del primo tempo è quello già visto con Inter e Milan: buon atteggiamento, tante belle intenzioni ma nemmeno un vero tiro in porta. Al contrario degli avversari che nel secondo tempo prendono il sopravvento. Per diventare grandi bisogna lavorare su questo, al più presto. Oltre che sul fatto che una partita si può anche rimontare una volta ogni tanto.