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Inter-Roma 2-1, LE PAGELLE: Totti luci spente a San Siro. Manolas e Mbiwa tremano come foglie

Gervinho è una pallottola spuntata, Nainggolan l'unico ancora capace di accelerare. Il Capitano gioca male? Pjanic si prova la corona

Francesco Balzani

Dopo l’addio allo scudetto stasera la Roma ha rischiato di dire addio pure al secondo posto. Il copione è sempre lo stesso: poco attacco, difesa che balla, centrocampo col solo Nainggolan a fare la voce grossa. Si salva anche Pjanic che nel secondo tempo illumina l’attacco giallorosso. Male Totti e Gervinho, malissimo Manolas e Mbiwa. E adesso?

DE SANCTIS 5,5: Incolpevole su Hernanes, ma con i piedi conferma di essere un portiere da 1992. Icardi gli calcia due volte in faccia. La seconda è letale. Napoli a parte è stato decisivo col contagocce quest’anno.

FLORENZI 5,5: Palacio lo incolla sulla linea difensiva nella prima mezz’ora togliendo alla Roma l’unica fonte di acqua fresca. Quando sale è più prevedibile della nebbia a Milano. Anche per lui stavolta è stata una serata no. Male pure alla conclusione.

MANOLAS 4,5: Resta abbagliato dalle luci di San Siro e nei primi venti minuti sbaglia tutto il possibile. Col passare dei minuti rimette a fuoco la vista e si divide tra Palacio e Icardi alternando buoni anticipi a svarioni. L’ultimo è letale e permette al bomber interista di firmare il sorpasso.

MBIWA 5: Spaesato e spaventato al cospetto di Icardi, maldestro in fase di impostazione. I muscoli mostrati a inizio stagione restano ben nascosti sotto la maglietta. Si riprende nel secondo tempo, ma quando la palla passa dalle sue parti qualche brivido sale sempre.

CHOLEVAS 5: Apre la porta a Hernanes dopo un quarto d’ora. Poi percorre a perdifiato il corridoio sulla sinistra senza riuscire però a fare la differenza. Voglia ne mette, manca tutto il resto. Manca un terzino.

NAINGGOLAN 6,5: Unico del centrocampo ad avere la mano pronta sul cambio e il piede sull’acceleratore nel tentativo di rimettere la Roma in carreggiata. Dai trenta metri il solito replay: corpo indietro, tiro alle stelle, smorfia. Ma quando si inserisce da dietro fa male ad Handanovic e si conferma l’arma più pericolosa di questa squadra. Peccato sia l’unica. Il Ninja non va venduto, anzi va riscattato. Viaggi o non viaggi.

DE ROSSI 5: Nel primo tempo sembra giocare al tiro a segno coi giocatori dell’Inter. Perde palloni sanguinosi e impatta contro la diga formata da Gnoukouri e Brozovic. Con l’inserimento di Keita perde le deleghe di impostazione, e si rimette a fare quello che gli riesce meglio davanti alla difesa. Ci riesce? Mica tanto. (43’st Doumbia ng: ci mette più ad entrare che a scaldarsi. Solita dose di sputacchi)

PJANIC 6,5: Le dosi di “qualità” dovrebbe portarle lui, ma arriva alla festa a mani vuote ed è costretto a svolgere il lavoro sporco per farsi perdonare. Nel secondo tempo ritrova la classe e avanzato nel ruolo di trequartista riaccende la luce della Roma. Geniale anche su punizione. Il Principino prova a mettersi la corona. Rivengono in mente le parole di Zeman: lui e Totti si pestano i piedi? Esce per colpa di quella maledetta caviglia, e la luce si spegne. (32’st Iturbe ng: qualche buon movimento, e niente più)

IBARBO 5,5: Sfortunato quando spacca il palo nel primo tempo, impetuoso quando parte, pasticcione quando arriva sul fondo. Quando si sposta al centro viene ammanettato da Ranocchia che ricorre anche a qualche abuso di potere per frenare il colombiano. Tanto fumo, arrosto poco poco, calci presi tantissimi.

TOTTI 4,5: Siamo alle solite: non deve essere lui il Salvatore della patria. I compagni lo cercano come si cerca un fiammifero in una stanza buia, ma il capitano non riesce ad affilare le punte giallorosse e sbagli anche le intuizioni più semplici. Prova anonima in uno stadio che spesso lo ha applaudito. (51’ Keita 6: porta righello e compasso ridisegnando il centrocampo giallorosso. Presenza confortante, ma pure lui nel finale sbaglia tanto)

GERVINHO 4,5: Da arma letale a una pallottola spuntata. Neanche il ritorno a San Siro (dove ha sp esso fatto la differenza) gli risolleva il morale e - se si escludono un paio di slalom spettacolari - resta spesso ai margini dell’area di rigore.

GARCIA 4,5: La sua Roma ci prova ma resta una squadra brutta, che ormai ha anche paura di specchiarsi e vedere tutti i suoi difetti. Oltre il solito golletto di rappresentanza non si va, e in difesa si balla troppo. Bravo solo nell’avanzamento di Pjanic nella ripresa che permette alla Roma di ritrovare freschezza in avanti Il secondo posto pure diventa una chimera, ora occhio al podio.