Fiorentina-Roma 1-2 LE PAGELLE: Soulé pastello bianco. Bryanrock Cristante

Poteva fare qualcosa in più su Kean? Forse, ma il tiro era davvero fortissimo. Così come lo è quello che spacca il palo alla sua sinistra. Nella ripresa una presa facile su Fazzini e ancora un bacio ai legni. Ostacola con sfortuna Mancini in occasione del gol di Kean, ma dopo le scuse al compagno rialza la testa e fa ammonire Gudmundsson. Gli strappi che lo avevano fatto notare con Verona e Lille arrivano nel secondo tempo con un certa frequenza. Di fiato ne ha parecchio eh. L’obiettivo è proseguire il digiuno di Kean, ma la sfortuna si mette sul cammino. Si scontra con Celik e avvia il contropiede viola che diventa letale. Per il resto legge bene i pericoli in area e se ne frega di cerotti e bende. Quando entra Piccoli deve raddoppiare gli sforzi. Si allaccia e abbraccia con Kean in un duello da pesi massimi, ma usa troppa dolcezza quando l’attaccante viola trova il primo gol in campionato e quando becca il palo pieno. Da un paio di partite è con la luna calante ma va detto che aveva un leone di fronte oggi. All’ultimo respiro si divora il gol scaccia ansia. Sfida brasiliana, anche se su fasce diverse. Sulla sua Wesley deve vedersela con Gosens. Usa coraggio e quel motore che ha convinto Gasperini a investire su di lui. In fase offensiva funziona davvero bene come dimostra la palla d’oro per Dovbyk a fine primo tempo. Dietro un po’ meno certezze. (81’ Ziolkowski sv : buone impressioni) Scelte semplici, spesso giuste. Come quando avvia l’azione del gol del pareggio. I compagni gli affidano il pallone e lui sa come gestire i ritmi con una consapevolezza da grande centrocampista e senza avere l’ansia da prestazione. Crea meno vortici del solito, ma ha le idee chiare. Morde su Fazzini e Gudmundsson, ma becca il giallo per un fallo su Dodò che gli fa rientrare subito i canini. Li ritira fuori in area avversaria quando gira di testa con una gran bella torsione un cross teso di Soulé. Prende fiducia e si rimette a usare il fisico per intimidire il centrocampo giovane di Pioli. Qualche fatica in più nella ripresa. C’è da cancellare l’errore col Lille, ma Dodò non è un cliente facile. Ci mette corsa ed esperienza anche per recuperare a campo aperto palloni non facili. Qualche volta il fianco è scoperto, ma il trace ha un bel carattere e tiene botta. Il giallo pesa e Gasp pensa bene al cambio. (67’ Rensch 6: in una posizione non congeniale riesce comunque a portare a casa la pagnotta spazzando più che impostando) Il bianco gli dona, le gare fuori casa pure. E allora prepara il colpo da campione al 20’ con un sinistro sotto l’incrocio che davvero ricorda i colpi dell’amico Dybala. Mina vagante dell’attacco giallorosso, ci riprova anche qualche minuto dopo ma trova il muro di Marì. È in palla Mati e allora va a fare la differenza pure dalla bandierina mettendo un pallone perfetto per la testa di Cristante. Quando ha la sfera tra i piedi hai sempre la sensazione che possa nascere qualcosa di buono. (81’ El Aynaoui sv) Unico coi polmoni pieni e le gambe riposate a sinistra. Tommaso cerca ancora l’X Factor dopo mesi di provini. E stavolta parte dall’inizio, ma fai quasi fatica ad accorgertene. Mai un lampo, mai una giocata che possa far accendere almeno una luce verde sul banco dei giudici. (59’ Pellegrini 6: si trova subito a occhi chiusi con Dybala poi va a dare una mano anche in fase di ripiegamento) “Senza l’amaro, amico mio, il dolce non è tanto dolce”, veniva detto a Tom Cruise in Vanilla Sky. Ma sul palato dell’ucraino nei primi minuti resta ancora quel gusto pessimo assaporato sul dischetto del rigore. Non si intende con Soulé e non accorcia come vorrebbe Gasp. Poi serve la sponda buona per l’argentino che fa tornare un po’ di gusto anche se manca clamorosamente il tris di un soffio a fine primo tempo. (59’ Dybala 6,5: chi ne discute la classe è da annoverare tra i troppi negazionisti della nostra epoca. Gioca più del previsto e da falso nove. Fa ammonire Marì e fa salire la squadra più dei veri numeri nove) La sfortuna si mette subito sul suo cammino, ma la Roma ribalta immediatamente il risultato in un primo tempo in ci si rivede la cattiveria tipica delle squadre di Gasp. Poi sale la fatica e il tecnico capisce che bisogna gestire più che insistere. Cambi di sopravvivenza in un attacco che ancora deve trovare una prima punta di livello.