La prima sconfitta del 2015 continuando così prima o poi doveva arrivare. Sul banco degli imputati i difensori (in primis Manolas stavolta) e un attacco che non sa più segnare. Ljajic crea ma non conclude, Florenzi è confuso, Totti è stanco. A centrocampo brilla solo Nainggolan, con Keita a tamponare le ferite.
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Coppa Italia, Roma-Fiorentina 0-2 LE PAGELLE Astori e Manolas da Profondo Rosso. Pjanic porta il sonnifero. Florenzi: inverno zemaniano
Sul banco degli imputati i difensori e un attacco che non sa più segnare. Per girare la ruota della fortuna, come vuole Garcia, serve un’altro nerbo.
SKORUPSKI 5: Cade nella pozzanghera dopo un quarto d’ora e per poco non combina un patatrac. Per il resto della partita si prende tanti colpi di freddo e due spaventi da Gomez e Diamanti. Poi i due gol. Esce meno di una monaca di clausura.
MAICON 5: Combina un solo guaio stavolta, ma è decisivo. Quando lascia scorrere Pasqual fino a quel momento tenuto abbastanza a bada nonostante lo scarso stato di forma. Il brasiliano onora il suo cognome da attore con sceneggiate neanche troppo simpatiche. Nel secondo tempo mette la maschera da cattivo e torna seppur per pochi minuti a creare scompiglio in area viola, ne risente la fase difensiva. (79’ Verde ng: Garcia ci riprova, niente da fare)
MANOLAS 5: Gomez è in giornata apatica, ma con uno come lui bisogna stare sempre in guardia. Il greco se ne rende conto due volte: al 55’ quando il tedesco svetta in area e per poco non beffa Skorupski, e dieci minuti quando infila per la seconda volta in due settimane la porta giallorossa. La doppietta di Super Mario amplifica le crepe nell’armatura della difesa.
ASTORI 4,5: Con lui anche un film romantico avrebbe una musica thriller in sottofondo. L’ex cagliaritano si prende le deleghe di portatore di palla, ma in qualche occasione va in affanno. Ha meno problemi contro un Diamanti ingrassato che gli procura guai solo con un tiro dalla distanza. Quando si avvicina Gomez torna la musichetta da Profondo Rosso.
COLE 5,5: Sarà il tempo angolossasone, ma stasera sembrava quasi Coca-Cole. Quasi perché nonostante l’impegno e un paio di buone sgroppate resta timido e lontano dagli standard londinesi. Dalle sue parti comunque arrivano meno guai che da quelle di Maicon, nonostante avesse un certo Joaquin come avversario.
PAREDES 6: In Argentina dicevano fosse il nuovo Riquelme, ma finora Leo si è fatto apprezzare più per la sua tigna e i suoi ripiegamenti difensivi. Garcia gli dà un po’ di fiducia, e lui la ripaga a metà incollandosi a Borja Valero ma facendosi trovare poco in fase offensiva. (57’ Pjanic 4: dovrebbe dare la scossa, fornisce il sonnifero e finisce per innervosire anche i suoi più incalliti ammiratori. Mirebilandia è lontana. Perchè?)
KEITA 6: Cattura palloni e cerca di tenerli al caldo il più possibile, ma gli manca il conforto dei compagni. Starà rimpiangendo il tepore della Guinea. L’africano tenta anche un box to box a inizio secondo tempo. Pure in questo caso resta un gesto solitario.
NAINGGOLAN 6: Usa coltello e cucchiaio quando si avvicina all’inzuppata area viola alternando tiri dalla distanza e assist preziosi. La sua cresta sembra viaggiare il doppio dei compagni e anche nell’ennesima notte fredda dell’Olimpico si prende la fiaccola del migliore in campo.
FLORENZI 4,5: I continui cambi ruolo gli hanno creato confusione. Frodo, polemiche settimanali a parte, si è perso nella terra di mezzo e anche stasera non ha creato pericoli alla difesa avversaria. Anzi quel continuo sue e giù senza raziocinio ha finito per mandare in confusione anche i compagni. Di inverno cala sempre, come Zeman.
TOTTI 5,5: Un assist secco mal sfruttato da Ljajic, qualche prezioso ripiegamento difensivo e tanta fatica contro l’amico Montella. Il capitano gioca più di un ventenne, ma volente o nolente gli anni pesano anche per gli Dei dell’Olimpo. Non stringere la mani a Diamanti gli varrebbe mezzo punto in più. (72’ Ibarbo 6: subito in campo il colombiano becca subito una pedata in petto da Savic. Prova a far valere il fisico, almeno quello)
LJAJIC 5: La creatività non gli manca, ma sono concretezza e cinismo le doti migliori nei momenti di crisi. Il serbo butta al vento occasioni e speranze di una Roma in crisi profonda. E’ tornato l’Adem sconclusionato di un anno fa. Garcia però finora non ha avuto alternative.
GARCIA 4,5: Per girare la ruota della fortuna serve un’altro nerbo. La sua Roma stavolta approccia meglio la partita, ma alla lunga finisce per cadere nella solita confusione. Va detto che i leader non gli danno una mano (su tutti Pjanic), ma nel momento nero della squadra c’è anche il suo zampino. Ora restano due competizioni, speriamo che i nuovi acquisti possano fornirgli un aiuto in più.
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