Celtic-Roma 0-3 LE PAGELLE: Ferguson, l’ultimo Re di Scozia. Rob Roy Mancini

Quasi quaranta minuti da spettatore tanto da rimpiangere di non essere rimasto a visitare il bel museo del Celtic Park. Poi arriva il rigorino, ma la giustizia divina lo manda sul palo. Nella ripresa prende tanta pioggia senza dover ricorrere ai superpoteri se si esclude una parata centrale nel recupero. Non c’è bisogno di leggere Rob Roy per calarsi nell’atmosfera. E Mancio fa così paura al biondo Scales tanto da costringerlo a un clamoroso autogol. Poi sguaina la spada in difesa nemmeno fosse il Lambert dei giorni migliori. Da qui non si passa. La pressione è poca. Così sale la possibilità di giocare palloni intelligenti senza perdere di vista la posizione. Un relax inaspettato fino a quando Hatate non gli spunta alle spalle rischiando di far male. Poco male anche perche si rifà alla grande con un tackle in area a inizio ripresa e non solo. Il temperamento dello spagnolo è sempre lo stesso a prescindere che affronti giocatori di provincia come Folorunsho o notti europee. D’anticipo e d’esperienza annulla l’attacco del Celtic. E garantisce anche una discreta spinta. Il rigore procurato è davvero un regalo al Celtic, da parte dell’arbitro. Ripresa con qualche errorino. (80’ Ziolkowski sv) La squalifica in campionato gli permette di giocare senza stare a guardare continuamente la batteria del telefono. Non si risparmia e sforna un cross basso perfetto per lo 0-2. Prova pure il tiro in porta, non proprio la specialità della casa. In fase di copertura deve tenere a bada Tounekti, l’idolo di casa. Vedi Glasgow e poi parti? Il marocchino potrebbe aver giocato l’ultima sfida del 2025 in giallorosso. Ed è un peccato considerato che anche stasera ha mostrato segnali di crescita soprattutto dal punto di vista della mentalità. Dal suo pressing nascono sempre situazioni interessanti. E venne il giorno. Niccolò prende la maglia da titolare, quella che ormai era finita pure sotto ai vestiti da neve nell’armadio. In campo si mette a rincorrere Hatate e McGregor cercando anche di sfruttare la profondità. Lo fa senza brillare, forse nascondendosi un po’ troppo fino alla ripresa dove tira fuori le unghie. (85’ Angelino sv: bentornato, davvero) Partenza timida e con qualche titubanza di troppo. Poi dà inizio a una fitta corrispondenza con El Shaarawy in cui si perde qualche francobollo nella fretta di correre alla cassetta delle lettere. Ma tiene botta fino alla fine e con buone tempistiche nella doppia fase. Nel mare di Scozia trova tante onde giuste su cui salire per aumentare la velocità di esecuzione offensiva. Punta sempre l’uomo che non appare propriamente un marcatore alla Walter Samuel. A tutto questo aggiunge il cross da cui nasce il vantaggio e un bel tiro a giro che impegna Schmeichel. Ripresa a giri più bassi. (69’ Dybala 6: qualche minuto nelle gambe in vista della sfida a Nico Paz e qualche tocco di classe degno di nota) Le notti europee le conosce bene. E prova subito a rendere piacevole quella di Glasgow con guizzi e un tentativo in porta che finisce di poco a lato. Dopo il vantaggio è il maggior incaricato ad alimentare le azioni di rimessa. L’adrenalina cala col passare dei minuti. (69’ Pellegrini 6: scherma un paio di tentativi, per il resto c’è solo da godersi il finale) Ancora una chance, tanto per non lasciare nulla di intentato. Gioca nella sua atmosfera tipo anche perché l’Irlanda è dall’altra parte del terrazzo. E si capisce subito che è un’altra storia. Si muove tanto e stavolta prova pure a far male cogliendo il palo esterno. La pillola anti ansia arriva su un cross perfetto di Celik su cui Evan si fa trovare al posto giusto e nel momento giusto. Ma la cosa migliore arriva sul raddoppio: movimento perfetto e tiro imprendibile. Che sia un nuovo inizio? (69’ Bailey 6,5: finalmente fa scoppiare i pop corn con il colpo del poker. Peccato fosse in fuorigioco. Ci riprova ma trova Schemeichel. L’ingresso è comunque convincente) Cambia tanto, quasi tutto consapevole che la stanchezza è anche un gioco della mente. E trova risposte piacevoli in una notte in cui il Celtic fa poco per alimentare dubbi ma anche in cui la Roma torna a far sentire la voce in fase offensiva. Anche a livello atletico la squadra non appare affatto in crisi. Mette un’altra bandierina in Scozia come aveva fatto Giulio Agricola qualche secolo fa.