E' rimasto il solo. L'unico. E finalmente è arrivato anche il suo turno. Maicon Douglas Sisenando, dall'alto dei suoi quasi 33 anni (li compirà il 26 luglio) e di una carriera semplicemente stratosferica, suona la carica giallorossa al mondiale di Brasile 2014. E' lui l'unico che può ancora sperare di portare a Trigoria la coppa più bella. Dopo quattro gare trascorse in panchina, l'ex interista ha avuto finalmente la sua chance. Luiz Felipe Scolari lo ha lanciato dal 1' nel delicatissimo quarto di finale con la Colombia, lasciando a riposo un Dani Alves in forma non certo smagliante. La risposta di Maicon è stata positiva. Gara diligente, ottima in fase di copertura (dalle sue parti né Armero né Ibarbo si sono mai resi pericolosi), con un paio d'affondi degni dei tempi d'oro. La prima prova convincente del Brasile in questa rassegna iridata coincide con l'esordio del numero 23. Inserito quasi per il rotto della cuffia da Felipao nell'organico verdeoro: una scelta sofferta ma indovinata.
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MondialRoma: Maicon, debutto vincente. Dopo otto anni un romanista torna in semifinale
L'ex nerazzurro ora sfiderà la Germania. Proprio come l'Italia di Totti, De Rossi e Perrotta nel 2006...
La Seleçao, con il 2-1 ai ragazzi di Pekerman (reti di Thiago Silva, David Luiz e James Rodriguez) è nella top four del torneo. Ma non basta. I brasiliani vogliono il trionfo, dopo le due deludenti eliminazioni consecutive ai quarti di finale nel 2006 e nel 2010. La prossima tappa è la semifinale stellare con la Germania, in programma martedì 8 luglio al Minerao di Belo Horizonte (ore 22 italiane). Per la decima volta (su venti edizioni) almeno un romanista entra nelle prime quattro posizioni del mondiale. In primis, nel 1934, toccò al terzetto azzurro Masetti-Ferraris-Guaita, poi laureatosi campione del mondo. L'ultima semifinale tinta di giallorosso risale ad otto anni fa, quando l'Italia di Marcello Lippi (con Totti e Perrotta in campo e De Rossi ancora assente per la squalifica post gomitata a McBride) riuscì ad eliminare proprio la Germania al Westfalen Stadion di Dortmund.
A proposito di Germania. Tanti i precedenti mondiali tra tedeschi e romanisti, spesso con ottimi risultati (Maicon è chiamato agli scongiuri). La prima volta? Il 31 maggio 1962, quando l'Italia di Giacomino Losi e Giampaolo Menichelli affrontò la squadra guidata all'epoca da Josef Herberger nel primo atto del mondiale cileno, allo stadio "Nacional" di Santiago. Finì 0-0, preludio di una scialba eliminazione azzurra al primo turno. Altro giro, altro 0-0 per l'Italia di Paolo Conti (riserva di Dino Zoff) nel 1978, nella sfida valida per la seconda fase a gironi al Monumental di Buenos Aires. Quattro anni dopo, altro Italia-Germania. Il più bello di sempre. 3-1 in finale al Bernabeu di Madrid, con Bruno Conti superstar. Altra finalissima: 30 giugno 2002, Yokohama. Proprio Brasile-Germania, la gara che andrà in scena martedì. Con Ronaldo killer spietato (doppietta e 2-0) ed il giallorosso Cafu capitano in festa con la coppa al cielo. Benissimo, come detto, anche nel 2006. L'unico ko mondiale di un romanista contro i tedeschi risale a quattro anni fa: durissimo 0-4 incassato dall'Argentina di Burdisso (e di Maradona) in Sudafrica. Erano i quarti di finale. Tra quattro giorni sapremo se il Brasile di Maicon sarà più fortunato.
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