Sandro Donati, consulente della Wada, ha rilasciato queste dichiarazioni in vista dell'inizio dei Mondiali tra meno di una settimana: "Un caso di doping ai Mondiali sarebbe una sorpresa totale. Certo, se i controlli fossero affidati ad un soggetto terzo e indipendente...Le tentazioni magari potrebbero anche esserci, ma non penso che qualcuno ceda. Molte squadre si troveranno a giocare in condizioni estreme, con temperature elevate e molta umidità. Ma non credo che questi fattori possano spingere a cercare soluzioni illegali. Una situazione climatica più svantaggiosa rappresenta una tentazione in più, ma non penso sia un fattore decisivo". "Se parlassimo di squadre di club, il discorso sarebbe differente. In questo contesto, non credo che le Nazionali commettano questo genere di errori. Oltretutto sono selezioni che vengono assemblate a poche settimane dalla competizione, non ci sono le condizioni per proporre procedure sistematiche. Esporsi al rischio, in un contesto del genere, sarebbe ancor più assurdo. Stiamo parlando di squadre composte da 23 giocatori, gestire un gruppo del genere è complicato già in condizioni normali. Chi non gioca magari ha un rapporto più complesso con il commissario tecnico, gli equilibri all'interno dello spogliatoio in certi casi sono estremamente delicati"
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Mondiali 2014, Donati (Wada): “Un caso di doping in Brasile sarebbe una sorpresa”
Il consulente della Wada risponde così alla possibilità di trovare casi positivi di doping: "Le tentazioni magari potrebbero anche esserci, ma non penso che qualcuno ceda"
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