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Mondiali 2014, De Rossi: “Non sono “duro”. Il tikitaka appartiene alla Spagna”

Daniele De Rossi, alla vigilia della partita contro il Costa Rica, ha rilasciato un intervista a Fifa.com

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L'Italia contro l'Inghilterra ha dimostrato di essere una grande squadra, non a caso questo è il soprannome affibbiato agli azzurri "Tikitalia". Ma Daniele De Rossi, non è del tutto d'accordo: "E' un nome divertente, ma e' meglio attribuirlo alla Spagna per quello che ha fatto nel recente passato. Loro hanno maggiore possesso palla, forse noi abbiamo meno qualità e meno controllo della Spagna, ma abbiamo di contro altre risorse. Ad esempio una buona difesa e attaccanti forti ed esplosivi. La Spagna a volte utilizza i centrocampisti in attacco, noi siamo un po' diversi".Poi risponde a coloro che lo considerano il giocatore italiano più duro:"Non sono d'accordo. Poi dipende da cosa si intende per 'duro'. Sul campo, la mia posizione e il mio ruolo richiedono una certa presenza fisica, un contatto costante con l'avversario. Se si intende questo, allora è corretto. Ma, se si guarda alla mia carriera nel club, per esempio, ho ricevuto soltanto un cartellino rosso, e parliamo di otto anni fa".

Tornando a Prandelli e alla Nazionale, spiega perché i cambi di modulo non rappresentano un problema: "Abbiamo alle spalle mesi e mesi di preparazione. Il ct ha provato vari sistemi, anche durante la fase a gironi, e ci ha spiegato tutto. I nostri giocatori non sono soltanto forti tecnicamente, ma anche tatticamente. Hanno esperienza e possono adattarsi a qualsiasi cosa chieda il tecnico. E poi non c'è molto da imparare. Cambia qualcosa forse quando difendi. La palla e' sempre rotonda e la routine e' la stessa rispetto a quando giochi nel tuo club. Non dobbiamo mica fare le capriole sul campo...".

Per concludere  l'intervista, rilasciata a Fifa.com alla vigilia della sfida contro il Costa Rica che potrebbe già regalare agli Azzurri di Prandelli il pass per gli ottavi, dice:                          "E' importante avere una sortza di 'zoccolo duro' in una Nazionale, quel gruppo di 4-5-6 giocatori che stanno insieme da alcuni anni. Questi giocatori, avendo attraversato varie esperienze e anche un Mondiale, possono aiutare i nuovi e i piu' giovani a entrare. Penso a Balotelli, Verratti e Darmian, ma anche a Insigne e immobile. E' piu' facile far integrare questi giocatori in una struttura gia' forte, un gruppo solido".