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Zaniolo, niente paura

LaPresse

Passerà anche questa mentre sarà più dura per i tifosi della Roma dover fare a meno ancora di te

Francesco Balzani

Più romanista di così non si può, verrebbe da dire. Perché sofferenza e dolore fanno parte della storia giallorossa e sembrano non volerla abbandonare. Ma oltre il dolore c’è la forza di rinascere sempre. E’ la resilienza, è il riscatto, è la rabbia. Chiamatela come volete. E’ quella che col passare dei minuti, delle ore, dei giorni NicolòZaniolo dovrà sposare sull’altare di una carriera già maledetta dal fato e ostacolata dal secondo grave crack in meno di 8 mesi. In un anno, in cui le tragedie per tutti sono ovviamente più grandi di un infortunio al ginocchio, i tifosi della Roma hanno dovuto assistere all’ennesimo dramma sportivo dopo i precedenti con Ancelotti, Rocca o Strootman. Proprio Carletto è l’esempio che Nicolò deve seguire. Perché ha l’età dalla sua, una bellissima età che permette di “distruggere con la fantasia un futuro invadente”. Perché dopo quel doppio crack Ancelotti vincerà scudetti e coppe dei campioni. Perché ha dietro di sè oggi più che mai una tifoseria, una città che ha già deciso di amarlo per sempre. Perché Roma ama soprattutto chi ha la fortuna avversa e chi ha il coraggio di prenderla per i capelli e ribaltarla come diceva Machiavelli. Abbiamo visto di nuovo le tue lacrime pochi minuti dopo avercele fatte versare per una storia Instagram che ricordava il piccolo Willy, lui sì sfortunato davvero ad incontrare ben altre infamità sul suo cammino. Tornerai in sala operatoria, tornerai con le stampelle. Sarà dura anche rispondere ai tanti messaggi di “pronta guarigione”, di “in bocca al lupo”. Ti verrà voglia di rompere il telefono, imprecare, piangere. Ma passerà anche questa mentre sarà più dura per i tifosi della Roma dover fare a meno ancora di te. Sarà dura per Friedkin che voleva edificare sulle tue robuste spalle la sua prima Roma. E qui dovrà far capire subito a tutti che un infortunio non può frenare nessuno: nè te, nè la Roma. Sarà dura per i compagni, anche per quelli che ti rimproverano un mancato recupero. Sarà dura per l’Italia che forse doveva aspettarti un po’ di più, che a volte dovrebbe pensare anche ai club. Quel numero 22 e - ci permettiamo un suggerimento - quella fascia da capitano invece sapranno aspettare. E sapranno prendersi la loro rivincita.