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Uefa, ora molla quel giocattolo!

Ceferin non si ferma e vuole portare avanti Champions e Europa League. Con una pandemia globale in corso è l'ora di fare un passo indietro

Francesco Balzani

Non toccate i giocattoli di Aleksander Ceferin. Alla faccia della salute della gente o della scelta dei governi. Alla faccia di chi è costretto a chiudere piccole e medie aziende, dalle scuole che sospendono praticamente un anno e addirittura dalla Nba che si prende una pausa di riflessione. Alla faccia soprattutto dell’Italia, dei suoi club, dei suoi tifosi e della sua storia. Il presidente dell’Uefa, in carica dal 2016 nonché vicepresidente della Fifa, scuote la testa e mette il broncio: le mie coppe non si toccano. Riferito a Champions ed Europa League. Un po’ come hanno provato a fare alcuni dirigenti del nostro calcio 10 giorni fa, prima di arrendersi. Amore di calcio? Ma figuriamoci. Si tratta, infatti, di due competizioni che si portano dietro un carrozzone economico non indifferente tra sponsor e introiti vari. Senza considerare il presunto danno d’immagine che Ceferin teme di avere in caso di annullamento o sospensione.

Ma l’avvocato sloveno, a cui l’Italia mai è stata molto simpatica visto il trattamento riservato ai club dagli arbitri, non capisce che proprio questo ostracismo di fronte a una pandemia globale che a breve toccherà tutti i campionati (oggi forse è il turno della Premier) potrebbe rappresentare la macchia più grande della storia sull’Uefa. L’organismo che negli anni propone campagne di sensibilizzazione contro il razzismo e a favore della ricerca scientifica. Ma al momento dei fatti ecco la soluzione: chi se ne frega dei problemi italiani, andiamo avanti. Compriamo tempo. Ma il tempo per parlare di pallone è finito anche perché il caso Rugani potrebbe essere solo il primo di una lunga lista. L’immagine di Liverpool di ieri sembrava solo una cartolina malinconica e pericolosa, perché usare due pesi e due misure in questi casi non falsa un campionato. Inganna la gente. Perché anche la proposta di far giocare le gare secche di Siviglia-Roma e Inter-Getafe in campo neutro sembra solo il tentativo di voler preservare quel giocattolo. Un po’ come quando da bambini arrivava il tramonto e per non far finire la partita si diceva: chi segna per primo vince. In barba alle regole. Stavolta però c’è qualcosa di più importante delle regole: c’è il futuro del mondo. E allora caro Ceferin quel giocattolo lascialo ai grandi della terra.