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Tovalieri a FR: “Friedkin pagano eredità pesante. Felix-Abraham ottima coppia”

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Il Cobra, doppio ex di Roma e Atalanta, non ha dubbi sulla serietà della proprietà e punta sul giovane ghanese

Francesco Balzani

Uno scudetto buttato all’ultimo che poteva portarlo nella Leggenda a soli 20 anni, una coppa Italia vinta grazie ai suoi gol e un esordio  sfiorato che poteva permettergli di battere il record di un certo Totti. La storia di Sandro Tovalieri con la Roma è stata breve ma molto intensa.  Il Cobra, come l’hanno ribattezzato a Bari negli anni d’oro, ha riabbracciato il club giallorosso anni dopo e grazie a lui sulla panchina delle giovanili sono cresciuti tra gli altri Pellegrini, Romagnoli, Verre e Capradossi. Prima - nel 1995 - ha vestito anche la maglia dell’Atalanta insieme a Vieri arrivando in finale di coppa Italia.

Il suo cuore però oggi che dirà?

Tiferà Roma, come ha sempre fatto. Non ha dubbi il mio cuore, pensate che sono andato in panchina nel 1982 col Genoa e quindi sono un po’ Campione d’Italia anche io. Se Liedholm mi avesse messo un solo minuto avrei esordito a 16 anni, prima di un certo Totti. Il più forte di sempre.

Quattro anni dopo in campo c’era eccome

La partita persa nel 1986 con il Lecce è stato il più grande rimpianto della mia carriera, avevamo fatto una rimonta incredibile sulla Juve e lo scudetto sembrava solo una normalità. Siamo caduti sul più bello.   Era il mio primo anno in serie A e avevo segnato il mio primo gol al Napoli di Maradona in uno stadio da 80 mila tifosi, immaginate cosa sarebbe stato vincere uno scudetto anche per la mia carriera. Sarei rimasto nella storia e forse sarei rimasto a vita alla Roma

Rispetto ai suoi anni oggi Atalanta e Roma si sono invertiti i posti in classifica. E’ così grosso il divario?

L’Atalanta il divario ce l’ha con tante squadre non solo con la Roma. E’ una piazza che ti aiuta a costruire un progetto, che ti lascia più libero di sbagliare. Oggi se la gioca con tutti in Italia e in Europa, non hanno paura di nulla. Giocano insieme da tempo.  Alla Roma serve la gara perfetta in un momento di piena costruzione.  Purtroppo ha una eredità pesante

In che senso?

Che i Friedkin sono arrivati e hanno trovato una situazione non facile da gestire sotto tanti punti di vista, ma secondo me faranno bene. Capisco l’impazienza dei tifosi della Roma, ce l’ho anche io da tifoso visto che sono 13 anni che non si vince nulla. Un tempo almeno la Coppa Italia rilassava l’animo, era un trofeo che salvava le stagione. Ma i nuovi proprietari sono persone serie e col tempo si vedranno i frutti. Solo un consiglio gli darei.

Quale?

Fossi in loro parlerei un pochino di più. Anche se è vero che a volte è meglio parlare poco e far parlare i fatti. Mourinho per esempio è un fatto importante, non sono io che lo dico ma la sua storia. Io credo che in questo processo bisogna avere fiducia, i risultati arriveranno

Da attaccante a attaccante: la convince Abraham?

E’ un combattente e sono sicuro che alla fine farà almeno 13 gol. Lui non è proprio da area di rigore, è più di movimento, ti crea spazi e fa segnare anche i trequartisti. Deve essere messo in condizione di avere più palle-gol, deve essere più incisivo e cattivo sotto porta soprattutto nei big match. Ma è giovane ed è al primo anno in Italia, non lo dimentichiamo.

Mourinho sta puntando molto sui ragazzi delle giovanili, lei conosce bene quel mondo…

E fa bene, anzi andrebbero fatti giocare di più in Italia dove si dà spazio spesso a stranieri non all’altezza e si lasciano in naftalina prospetti interessanti. Guardate Felix, se uno è forte va fatto giocare anche se ha 17 anni. Per me è pronto a giocare dall’inizio al fianco di Abraham, in questo modo gli porta via pure tanti difensori. Mi è molto dispiaciuto vederlo espulso con lo Spezia, sarebbe servito oggi. 

E sui suoi ragazzi?

In quindici anni ne ho visti passare tanti e molti sono finiti a giocare in serie A. Sono onorato di averli allenati, poi ci ha pensato un grande allenatore come Alberto De Rossi a inquadrarli ancora meglio. Sono particolarmente felice per Pellegrini, si merita questo e di più. Lo scorso anno aveva trovato difficoltà, ma non è facile ereditare la fascia che è stata sul braccio di Francesco Totti. Quest’anno ha trovato la giusta posizione, è un ragazzo serio. Gli auguro il meglio.

A proposito di giovani chi farebbe giocare in azzurro come numero 9 ai play off?

Scamacca ha tutto quello che un attaccante deve avere, anche lui è un prodotto romanista. Oggi credo sia il meglio che c’è in Italia nel ruolo ma comprendo la fiducia di Mancini verso Immobile che ha vinto l’Europeo. Il problema è che il gioco della Nazionale si adatta poco sia alle sue caratteristiche che a quelle di Belotti. A marzo conta far giocare chi è più in forma comunque