Sveglia, anzi in romano si dice Sveja. Ve lo avremmo urlato anche noi dopo Bergamo, senza insulti ma per far capire quanto questa tifoseria teneva alla sua Coppa Italia, a un trofeo che manca da dieci anni. Sveja perché di figure di merda eravamo colmi, sveja perché non basta il sogno di una notte col Barcellona per ripagare i tifosi di tanti sacrifici e di tante umiliazioni: dal 26 maggio all’1-7 col Bayern passando per il 4-2 col Lecce. Eppure quella parola è bastata per scatenare la rivolta, a bassa voce e sotto scorta ovviamente. Di Manolas e Kolarov che oggi in campo da addormentati forse avrebbero reso di più. “Stai zitto cogli**e”, e “Sveglia tua madre” è stata la risposta dei due grandi campioni. Nessuno si era mai sognato di farlo, nemmeno quando gli insulti erano forti e seguiti magari pure da qualche deprecabile lancio di oggetti. Oggi quei 20 tifosi non riuscirebbero nemmeno a dire “Sveja”, sono attoniti, frastornati, umiliati. Di sicuro inzuppati, di sicuro più poveri dopo una trasferta così. Perché loro lo stipendio con la dicitura “milioni” lo possono solo sognare, e in quel caso non vorrebbero essere svegliati. Non hanno parole, non le abbiamo nemmeno noi. Sette a uno con la Fiorentina, che nemmeno è il ManchesterUnited o il Bayern. Che nemmeno è quella di Antognoni o Batistuta. E’ un record di vergogna, un altro. Di cui dovranno rispondere tutti. E invece a rispondere sono stati due giocatori che Roma la conoscono da una manciata di minuti, che non sanno niente. La società dovrebbe multarli, o se non altro dire qualcosa. Ora ha altri pensieri per la testa, e allora un favore lo chiediamo noi: svegliateci, da questo incubo. Perché siamo stanchi di scrivere pagine così. Ve lo assicuriamo. E ora zitti state voi, se potete.
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Svegliateci voi, da questo incubo
È un record di vergogna, un altro. Di cui dovranno rispondere tutti. E invece a rispondere sono stati due giocatori che Roma la conoscono da una manciata di minuti, che non sanno niente
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