Paolo Berdini, urbanista ed ex assessore a Lavori pubblici e Urbanistica della giunta Raggi, ha rilasciato una lunga intervista all'Adnkronos riguardo il recente addio della presidenza Friedkin al progetto Tor di Valle. Queste le sue considerazioni: "Lo stadio della Roma, o della Lazio, serve alla città? Sono sicuro di no, ci sarebbero altre possibilità per risolvere quelle funzioni. Ma in via subordinata, se le squadre proprio li volessero, devono trovare un'area utile alla città. È una precondizione. Parto da una considerazione: di relitti urbani ce ne sono mille, figurarsi se Roma non può accogliere uno stadio. Ma oltre alla partita deve portare lo sport e le sue infrastrutture in aree che non vedono gioia da sempre: in questa valle di lacrime sarebbe un lampo di luce. Ma assolutamente non in aree che devono restare per sempre nel ciclo naturale".
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Stadio della Roma, Berdini: “Una gioia l’addio a Tor di Valle, ben venga questa mossa di Friedkin”
Queste le parole dell'ex assessore: ''La nuova presidenza romanista potrebbe riqualificare le periferie''
Sulla riqualificazione delle periferie
Bisognerebbe riprendere in mano le carte della due diligence fatta all'epoca dell'inizio del percorso: ce ne sono due in particolare che potrebbero essere riqualificate, Torrespaccata e la Madonnetta, poco dopo Acilia. Lì è solo edilizia di bassa qualità. La Roma ha un seguito estremamente diffuso in città e soprattutto nelle periferie, portargli uno stadio e la formazione per i bambini sarebbe una benedizione.
Sul Flaminio
Sarebbe un vestito su misura per la Lazio, soprattutto in tempi in cui nessuno sa cosa succederà alle grandi strutture fatte per accogliere molta gente». Ma a guidare il percorso «deve essere l'amministrazione. Questa attuale ha dimostrato pochezza e mancanza di visione, di prospettiva. Di quei pochi mesi è questo ciò che mi ha sorpreso, non l'avrei mai immaginato. Quello che è successo venerdì scorso andava affermato nettamente cinque anni fa. Ben venga la mossa dei Friedkin, che i tifosi hanno compreso immediatamente e salutato con gioia, cosa che invece il mondo dell'informazione non ha colto: finalmente c'è un imprenditore che mette il suo potere a disposizione della città cercando il dialogo. Non era mai successo prima. Sicuramente non c'è candore ma semmai forza, quella economica. Dicendo però che vogliono farlo e vogliono farlo insieme alla città, questa è la novità. Non seguire la loro impostazione sarebbe un suicidio.
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