Giugno 2011, quando tutto ebbe inizio. Sorrisi, sigarette e una conferenza che prende le sembianze di un monologo: Sabatini spazia, ammicca, risponde e ricalca, parole in libertà che toccano tutti i temi di un progetto ("in realtà i progetti non esistono, c'è solo il lavoro di tutti i giorni") che sta nascendo, una visione che prevede lui al centro delle dinamiche di mercato (e non solo) in una squadra da rifondare. E poi c'è Totti. "È come il sole sui tetti di Roma a primavera: la luce dilaga, non va mai via, persiste", retorica che impasta i pensieri di tutti, condita da un augurio che fa nascere qualche dubbio: "Lui dovrà capire quando sarà il caso di esserci e quando sarà il caso di lasciare ad altri. Dovrà gestirsi..."
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