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Mourinho: “In tre mesi non si crea una squadra, non paragonateci ai migliori”

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Le parole del tecnico in vista della sfida con l'Udinese: "Sarà una partita molto difficile, sono un avversario di livello. Cristante e Veretout non possono fermarsi. Calafiori è valido per noi, non per un top team"

Redazione

José Mourinho torna a parlare in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese. Il tecnico Ha risposto alle domande dei giornalisti dalla "Sala Champions" di Trigoria.

I problemi a centrocampo si possono risolvere con l'arrivo di una nuova personalità o con delle nuove sicurezze che la squadra può raggiungere? "Il mercato è chiuso e già volete mettermi nella situazione di parlare di mercato. Non lo faccio, non parlo di mercato. Analizzo ovviamente i problemi, ma non posso condividere con voi tutte le mie analisi. Non rispondo. Non entro nelle dinamiche dei nostri problemi. Come quando abbiamo vinto tre partite di fila in campionato più altre due di Conference League non sono entrato nella dinamica dell'euforia, ora non parlo di problemi grossi. Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene. A voi non ho null'altro da dire. Ai miei giocatori ovviamente sì, abbiamo analizzato la partita nei dettagli. Ma anche quella partita l'abbiamo analizzata guardando al futuro e non a quella partita lì, che ormai non possiamo vincere. Abbiamo perso i tre punti e non li possiamo recuperare".

Dopo un passo falso così lei ha già capito il problema? Ha già capito se si tratta di un problema vero o è solo una giornata storta? La sconfitta se l'aspettavano in pochi... "Perché se l'aspettavano in pochi? Perché ne abbiamo vinte tre prima? Qui è troppo facile entrare in queste dinamiche dell'euforia e della depressione. Io non entro in questa dinamica. Mi avete visto celebrare come un pazzo vittoria speciale, in un momento speciale, in un minuto speciale, in una partita speciale per me per tutto quello che significava. Ma mi avete visto euforico solo un minuto in due mesi, solo una volta. Poi sono sempre stato tranquillo, equilibrato, non euforico. Non mi avete mai sentito dire che una squadra che è finita settima 29 punti dietro l'Inter gioca per lo scudetto. Non mi avete mai visto in questa dinamica. Ora non mi vedrete nella dinamica opposta perché abbiamo perso una partita. Forse sono troppo onesto e non dovrei esserlo. Dopo quella partita lì (Verona-Roma, ndc) avrei dovuto dire che l'arbitro non doveva ammonire Veretout limitandolo, la pioggia, il campo... Sono stato troppo onesto a dire che non abbiamo giocato bene commettendo errori, magari un pareggino sarebbe andato bene. Abbiamo perso, siamo tristi, ma restiamo equilibrati. Non è un risultato che mi mette da una parte o dall'altra. Sono equilibrato. So perfettamente perché sono venuto qui, esattamente per il mio livello di esperienza, equilibrio e maturità. Non devo lasciare la gente diventare euforica per tre vittorie e non trenta o depressa per una, due o tre sconfitte. Abbiamo tanto da fare. Cercate di metterci nello stesso gruppo di squadre che hanno finito negli ultimi due anni con 20 punti di più, con 15 di più, con 25 di più... Lasciateci tranquilli, nel bene e nel male. Nel bene, non candidateci a niente. Siamo solo candidati a vincere la prossima partita. Volete analizzare con me la partita di Verona? Non posso. Lunedì era un giorno libero per la squadra, non per me e il mio staff. Eravamo a Trigoria alle 10 del mattino, lavoriamo tutto il giorno, analizziamo, prepariamo. Il giorno dopo arrivano i giocatori, analizziamo, facciamo riunioni individuali e collettive, lavoriamo. E adesso siamo candidati a vincere una partita molto difficile con l'Udinese. Ma siamo candidati a vincere, sia noi che loro. Ma noi vogliamo vincere questa partita. Sono equilibrato, tranquillo. Meno felice? È normale quando perdi, è la natura. Ma abbiamo parlato anche di questo. Non trasformiamo la tristezza in depressione, ma in motivazione. Immagino le altre squadre che ne hanno perse due o tre e pareggiato altre tre. Restiamo tranquilli, facciamo la nostra strada che è fatto di tranquillità e ambizione".

Che insidie si aspetta dal match con l'Udinese e quali sono le difficoltà di affrontare i bianconeri, reduci da uno schiaffo con il Napoli? "Hanno preso una schiaffo nel risultato, ma non nel gioco. Hanno giocato con una squadra bravissima, ma subìto gol da palle inattive, il primo è stato un po' strano. Ma l'organizzazione di gioco, quello che hanno fatto dalla Juventus fino all'ultima col Napoli, c'è. Sono solidi, sanno come giocare, difendere e fare danni agli avversari. Sono una squadra difficile. Giocano con un centrocampo a cinque come il Verona, ma è un cinque diverso dai gialloblù. Ma hanno stabilità nel gioco, sono fisici, hanno stabilità e gente di gran qualità e creatività. È una squadra di livello, sarà una partita difficile per noi".

L'equilibrio di squadra in campo sul quale lei ha puntato dall'inizio nel suo lavoro con la Roma si è un po' smarrito o deve continuare a lavorarci di più per dare a questa squadra una solidità difensiva che sembra non avere ancora? "Se non dovessi lavorare di più sarei rimasto tre mesi e non tre anni, e in tre mesi avrei risolto i problemi. Quando dico io intendo noi: me, i giocatori e lo staff. C'è un motivo se sono tre anni e non tre mesi, ed in tre mesi è molto difficile. In tre mesi puoi sviluppare veramente una squadra che è già una squadra, dandogli qualcosa di personale. Se una squadra non è squadra, non la sviluppi in tre mesi. Le occasioni concesse al Sassuolo? Se sono conseguenza anche della nostra ambizione, non è un problema per me. Se perdo una partita per troppa ambizione o troppa voglia di vincere... anche il cambio che ho fatto in una partita che era già "rotta", rompe ancora di più. Quando Pellegrini gioca stanco a centrocampo da solo con Cristante, so perfettamente quello che facevo, so perfettamente che posso vincere o perdere. Poteva finire 1-1, ma questo per me non è un problema. Un problema è subire tre gol in una partita, è troppo. Se ne fai due fuori casa non puoi neanche pareggiare, devi vincere. Dal punto di vista difensivo e offensivo abbiamo avuto problemi a Verona. Non abbiamo giocato bene. Non approfondisco con voi perché magari i dettagli interessano a Gotti, ma posso dire che abbiamo giocato male. Potevamo pareggiare? Sì. Faraoni ha fatto il gol della vita in un momento che partita poteva mettersi bene? Sì. Ma non ho voluto alibi. Arbitro bravo, bel campo, pioggia ok per giocare. Abbiamo perso, domani c'è un'altro match".

Vina è a disposizione? "Domani no".

Calafiori è un'alternativa sempre valida o cercherà un terzino più di stabilità? "È valido, ma ha 19 anni e pochissime partite di Serie A. È valido per noi. Se fai la stessa domanda alle quattro o cinque squadre più forti in Serie A, magari il loro allenatore può dirti "non è valido". Hanno due giocatori esperti per ogni posizione e magari la risposta può essere no. Per noi lo è, sì. Secondo me ha fatto una partita timida, ma equilibrata. È vero che abbiamo avuto problemi difensivi, dai terzini mi aspetto sempre un po' di più. Serve più fiducia nel giocare. La direzione è quella, ha 19 anni, qualità e poca esperienza. Gli serve tempo per giocare con più maturità".

Come stanno Cristante e Veretout? Come continuerà a gestirli? "Ci sono squadre che possono pensare a gestire, per noi è più difficile. Per qualche posizione è più facile, abbiamo giocatori dello stesso livello. Per stesso livello non intendo qualità, ma livello generale. Esperienza, intensità, ritmo. Ci sono poi altre posizione dove è più difficile per noi farlo. Non dico chi gioca e chi non gioca di solito, ma per darti una risposta più concreta, loro giocheranno domani".

L'euforia riguarda solo i giocatori? "Posso controllare solo i giocatori. Non posso controllare i giornalisti vicini alla Roma e alla città o i tifosi, posso provare solo a influenzare i giocatori che stanno vicino a me. Mi è piaciuto nello spogliatoio l'atteggiamento dopo le vittorie. Abbiamo celebrato quel minuto contro il Sassuolo perché è una cosa incontrollabile, se vogliamo dire così. Dopo le vittorie ho visto uno spogliatoio equilibrato, dopo la sconfitta lo spogliatoio era triste, come piace a me, ma equilibrati. Siamo tornati e lavoriamo, dobbiamo trasformare la tristezza in motivazione. Ora dobbiamo restare con questo livello di stabilità, è importante. Come ho già detto la stagione non è un'autostrada, ma una strada con le curve. Bisogna guidare sempre concentrati e tranquilli. È un'autostrada per squadre top come Bayern e PSG, che vincono ogni partita. Non è un'autostrada. Piano piano".

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