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Roma e Barcellona, amori sognati e delusioni feroci: il filo diretto da Guardiola a Keita

Valerio Salviani

Un anno intenso alla Roma prima dell'addio amaro. "Sono andato via perché giocavo poco. Avevo salutato il Barcellona perché a Roma speravo di giocare di più, ma non mi sono sentito considerato. Non ho mai sentito la fiducia dell'allenatore" le parole del francese, che era arrivato dalla Catalogna dopo 3 anni nei quali era riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, nonostante la presenza di gente come Messi, Ronaldinho ed Eto'o, e a contribuire da protagonista alla vittoria della Champions. Finito il ciclo in Spagna è arrivata l'occasione con i giallorossi. Nonostante le sue parole dopo l'addio, Giuly è stato una pedina preziosa per Spalletti in quella stagione. Ben 48 presenze e 8 gol, che hanno contribuito anche alla conquista della Coppa Italia. Della sua avventura gli resterà il dolce ricordo di aver condiviso per un anno lo spogliatoio con Totti: "E' straordinario. Ho giocato con altri fuoriclasse, ma nessuno ha la sua semplicità" ha raccontato.

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