“A questo mondo, o ti adatti, o ti arrabbi, o ti disperi”, recita un proverbio. Forse di origine toscana, o forse no. Claudio Ranieri nella sua carriera si è disperato poco e ha goduto tanto perché è riuscito ad ottimizzare sempre (o quasi) gli uomini e la rosa che aveva a disposizione. Senza imporre il “suo calcio” ma ottenendo risultati coi suoi calciatori. Una prerogativa che l’ha portato a sfiorare lo scudetto con la Roma, vincere una Premier storica col Leicester e compiere tante altre imprese tra Europa e lotta salvezza in Italia. Alla domanda: come giocherà (anzi giocherebbe visto che ancora non è chiuso nulla) la Roma di Ranieri quindi potremmo rispondere facilmente. Con intelligenza.
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Ranieri, blocco basso e pochi esperimenti: ecco come Sir Claudio sanerà la Roma
Il tecnico testaccino nella sua carriera ha privilegiato il 4-4-2, soprattutto in serie A. In Inghilterra si è spinto sul propositivo 4-2-3-1, ma negli ultimi anni (a Cagliari) ecco l’utilizzo della difesa a tre. Modulo che sembra meglio sposarsi con le caratteristiche della rosa attuale della Roma. Il 3-5-2 quindi, molto diverso da quello di De Rossi e Juric. Squadra ordinata, blocco basso e distanza stretta tra i reparti. Niente esperimenti come Angelino in difesa o Dybala in regia. Mancini, Hummels (o Hermoso) e Ndicka dovrebbero comporre la difesa. A sinistra Angelino, a destra per ora Celik ma il ritorno di Saelemaekers è vicino e così come il mercato e anche la voglia di prendere un terzino destro all’altezza. In mezzo un centrocampo folto. L’unico sicuro di giocare titolare sembra Kone, un motorino con strappi che Ranieri ha avuto spesso in carriera. Al centro uno tra Le Fée, Cristante e Paredes, ai lati Pellegrini o Pisilli. Il duo d’attacco è scontato: Dybala-Dovbyk. Ma vista l’abbondanza di trequartisti (Baldanzi e Soulé) occhio anche a un più adattabile 3-4-2-1. Di sicuro Ranieri cercherà di sfruttare al meglio le caratteristiche positive di un gruppo allo sbando. Come aveva fatto Mourinho. Il “Fettina” è esperto in situazioni di emergenza e in supporto a giocatori che hanno perso le motivazioni. E a Trigoria non ce ne sono pochi.
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