“Pronto sono Paulo, Paulo Fonseca”. Dall’Ipad di Luis Enrique allo smartphone di Zorro. Ma con app diverse. Al portoghese, infatti, basta avere Whats app, anzi ancora meglio una semplice tastiera per telefonare. E’ lui il centralista vip di Trigoria che in queste settimane sta aiutando Petrachi e Baldini contattando probabili nuovi acquisti, giocatori in bilico e quasi ex scontenti. Da Veretout a Diawara passando per Pau Lopez tutti hanno ribadito: “Siamo qui perché ci ha voluti Fonseca. Paulo ci ha convinti”. Oltre ai soldi ovviamente e alla possibilità di vestire una maglia che - con tutto il rispetto - vale più di quella della Fiorentina, del Betis o delle riserve del Napoli. Però Paulo c’è sempre: modi schietti, parole sincere e ottimiste. Le stesse che stanno convincendo Zaniolo a firmare il rinnovo e quindi a restare almeno per un’altra stagione alla Roma. Idem per Florenzi impiegato prima davanti e poi dietro. Di sicuro impiegato, e per questo (forse) non più sul mercato. Più difficile persuadere Dzeko al quale comunque Fonseca ha concesso il lusso (sì lo è) di indossare la fascia da capitano. Fonseca c’è sempre, come i grandi allenatori-manager dei top club europei. Quelli che prendono in mano la situazione, che non delegano. “Ci penso io, passami il telefono”. Ovviamente non basta. Per portare Barella o convincere Higuain o Icardi ci vuole ben altro delle promesse di un allenatore appena sbarcato in Italia. Ci vogliono (altri) soldi, ci vuole la garanzia di un progetto finalmente duraturo, ci vuole un progetto vincente. Insomma non basta un Telefono Amico. Serve un Face App che riporti la Roma da Europa League a quella da semifinale di Champions ammirata poco più di un anno fa. Ma senza filtri, trucchi o inganni.
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Pronto, sono Paulo
Da Veretout a Diawara passando per Pau Lopez tutti hanno ribadito: “Siamo qui perché ci ha voluti Fonseca. Paulo ci ha convinti”
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