Abbiamo sopportato il capodanno di Nainggolan che ha fatto il giro del mondo. Abbiamo sopportato Perotti che andava su via di Trigoria un po’ più veloce del consentito. Abbiamo sopportato De Rossi che senza motivo dava uno schiaffo a Lapadula in un momento chiave della stagione. Abbiamo sopportato il presidente Pallotta, per il quale le partite al Sud sono peggio che al Nord (come ambiente). Abbiamo sopportato persino Totti che mentre la squadra si giocava il futuro a Verona era a Mosca a giocare a calcetto. Nel suo caso, però, ci sono 25 anni di arretrati, nel caso di De Rossi 18, ma nel caso di Peres cosa c’è? Ci siamo dovuti svegliare per la seconda volta con la notizia di una sua macchina distrutta all’alba (la prima a novembre 2016), per di più con l’aggiunta di un tasso alcolico superiore alla norma. Ci siamo dovuti svegliare, per la cronaca, noi tifosi. Come giornalisti, in fondo, con la Roma da scrivere non ci manca mai. Ma stavolta no: la penna la mettiamo da parte, stavolta parliamo da tifosi. E allora ci chiediamo: cos’altro dobbiamo sopportare? E per quanto tempo? Bruno Peres ci ha fatto sapere, via Instagram, che rimaneva a Roma per amore della città e della gente. Bene, caro Bruno. La gente non ne può più di finire in prima pagina per storie così e non per un gol, o meglio ancora, un trofeo. Manca da 10 anni una coppa, lo sai? E come te, lo sanno i tuoi compagni? Pensiamo di sì, ma sempre meglio ricordarlo. Sarebbe il caso, la prossima volta, di brindare a quello, a una coppa. Stai sicuro, anzi state sicuri tutti, che se quella sera, quando ci sarà, alzerete un po’ il gomito - volendo anche in diretta Instagram - saremmo tutti felici di brindare con voi. Fino ad allora, però, niente sconti. Cin cin.
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Peres, dov’era stanotte l’amore per la Roma?
Il terzino ci ha fatto sapere che rimaneva nella Capitale per amore della città e della gente. Bene, caro Bruno. La gente non ne può più
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